SBLOCCA-CANTIERI, TROVATA L’INTESA TRA SALVINI E DI MAIO
Al‘battete un colpo se ci siete’, di Conte, il duo ha risposto‘presente’ed ha ripreso a parlarsi. Con cordialità, riferiscono i bene informati.E si dicono intenzionati più che mai a non far cadere il governo.Purché si rispetti il contratto, tuonano i gialli, purché ‘si faccia’e la si smetta coi no ribattono i verdi. Quindi è pace fatta?Per il momento si.Dopo lo strappo di ieri, oggi pare sia tornato il sereno. EDi Maio e Salvini trovano la ‘quadra’ per il decreto del fare, ovvero lo sblocca-cantieri. Lo stesso che ieri ha fatto saltare il banco durante il vertice di governo.Un emendamento a firma Lega,relativo alla sospensione di due anni del codice degli appalti, è stato il nuovo casus belliche avrebbe fatto infuriare prima di tutti proprio Conte, rimandando la discussione e quindi l’approvazione. Sospendere il codice degli appalti,se da un lato consente di bypassare lacci e lacciuoli per velocizzarne la gara e quindi la messa in opera non di uno ma di dieci cento mille cantieri al momento fermi, dall’altrorischia di creare un ‘caos normativo’che il premier non può permettere. Per la serie, velocizzare per sbloccare prima per far ripartire l’economiama solamente nel rispetto delle leggi vigenti. Allo Stop di Conte è seguito l’ultimatum di Salvini.Basta coi no, ha ammonito, aggiungendo che se non si decide entro il 15 giugno, sono problemi. Sono volate accuse da ambo gli schieramenti e nulla lasciava presagire che si sarebbe trovata l’intesa.Il premier ha chiesto alla Lega un passo indietroal fine di approvare il decreto per il quale mancano pochi giorni per la sua conversione in legge. Un decreto che farà ripartire l’economia e che garantirà quella crescita di cui il Paese ha bisogno. La Lega però non era disposta a nessun dietrofront. “Forse ha trovato il cavillo per far saltare il governo” ha ribadito Toninelli dai microfoni di Radio Anch’io. Poi la telefonata tra i due vice.Lunga cordiale positiva. L’accordo non prevede la sospensione dell’intero codice degli appalti ma solo di alcuni punti ‘in attesa di una nuova definizione delle regole per liberare da inutile burocrazia le imprese’.La crisi, ancora una volta può attendere.
