SINDACI AL CONTRATTACCO. A LUZZARA, ORDINANZA CONTRO LA CATTIVERIA

SINDACI AL CONTRATTACCO. A LUZZARA, ORDINANZA CONTRO LA CATTIVERIA

E’ uno strano paese l’Italia. Le leggi che si fanno stridono con la Costituzione. Quelle etiche che non avrebbero bisogno di alcuna codificazione perché insite nell’animo umano a fare di un essere vivente un Uomo, necessitano di ordinanze, provvedimenti atti a burocratizzare persino il pensiero. I sindaci preposti istituzionalmente a gestire la macchina amministrativa per garantire quel buon andamento della pubblica amministrazione sancito dalla stessa Costituzione, indotti, loro malgrado, a disubbidire, a sostituirsi al legislatore, a divenire guardiani della democrazia, custodi ultimi della civilta’. Anche a costo di iniziative di protesta e di chiaro dissenso, o di iniziative che ad uno sguardo superficiale possono strappare un sorriso. Il sindaco di Luzzara, un paesino in provincia di Reggio Emilia, il dem Andrea Costa, ha emanato un’ ordinanza destinata, al pari dei provvedimenti dei colleghi che contestano la legge Salvini, a fare discutere, ad agitare animi favorevoli e contrari. L’ordinanza recita: “il sindaco vieta ogni esibizione di cattiveria, rancore o rabbia, sia essa perpetrata verbalmente – nei luoghi pubblici o nelle cosiddette `piazze virtuali´ dei social – ogni atto fisico teso a recare offesa a singoli o gruppi di persone, ogni forma di violenza” Il sindaco di un paese attraversato dal Po, che conosce la fatica e il lavoro e la solidarieta’ delle genti che vivono a ridosso degli argini del grande fiume, un paese che ha contribuito alla storia italiana di rinascita del dopoguerra, ha voluto lanciare un messaggio forte, chiaro, inequivocabile, anche provocatorio. La Cultura e’ empatica, accoglie, libera e rende capaci di critica e di rigetto di ogni pregiudizio o aprioristica convinzione. Il comportamento confliggente con le previsioni di cui all’ordinanza, viene sanzionato in maniera del tutto innovativa e, sicuramente, inusuale. Il “colpevole” dovra’ leggere la “Costituzione,” “Se questo e’ un uomo di Primo Levi”, Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jalloun, “Le memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar . Ma se la lettura non bastasse e’ prevista anche la visione di alcuni film: “La vita è bella”, “Quarto potere”, “Philadelphia” o “Inside out”. ” Pena accessoria” potrebbe essere la visita al campo di concentramento di Fossoli di Carpi, per rendersi conto delle aberrazioni cui puo’ giungere l’animo umano preda del razzismo e della xenofobia. Oppure si puo’ essere ” gentilmente obbligati” ad ammirare gli affreschi di Giotto a Padova o ad assistere alle rappresentazioni dell’”Edipo Re” e di “Medea”. L’educazione al bello, secondo il sindaco, distoglie dalle lusinghe del male, dalle invettive e dalle cattiverie gratuite. Altro provvedimento sanzionatorio sarebbe configurato nell’obbligo di svolgere alcune ore di volontariato presso una delle associazioni operanti sul territorio comunale. L’amministrazione fornisce anche un indirizzo mail cui inviare le segnalazioni dei comportamenti non corretti: “stopcattiveria@comune.luzzara.re.it”. Come ogni “denunzia”, sia pure sui generis, che si rispetti, anche questa deve essere corroborata da prove atte a dimostrare l’ inequivocabile pensiero o atteggiamento “cattivo”. Un applauso sincero al sindaco ma non possiamo dimenticare che e’ difficile stabilire a priori il ” livello di cattiveria” da colpire e che, oltre alla discrezionalita’, stavolta la Costituzione non gioca a favore. L’ art. 21, infatti, recita:”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…” Va da dire, tuttavia, che qualora lo scritto, la manifestazione del pensiero, configurino il reato di ingiuria, diffamazione o fungano da istigazione a delinquere, l’ordinamento giuridico italiano, al momento, gode degli strumenti per sanzionare la condotta illecita. In cui un vicesindaco leghista a Trieste si vanta di avere gettato in un cassonetto, coperte e indumenti, uniche ricchezze di un clochard, per fare ” pulizia in citta’ ” e si lava le mani, glissando candidamente, invece, sulla sparizione di 49 milioni di euro che sporca le mani molto piu’ di un abito liso, in cui la gentilezza, l’educazione, il buon vivere civile , debbono imporsi con un’ordinanza. Strano paese quello in cui i diritti divengono favori e i doveri morali debbono imporsi. Persino il branco di lupi ha le sue regole non scritte ma sentite e rispettate. Ma si sa: homo lupus homini, egli ha bisogno che qualcuno o qualcosa gli ricordino costantente che la sua vocazione e’ essere civile…essere “umano”.