SOCIALISMO SOTTO ATTACCO

Nell’ottica dei suoi sommi sacerdoti (che, come al solito, sono i traditori naturali di ogni vera fede) il socialismo europeo era destinato a un lento e indolore pensionamento, di cui essi stessi avrebbero amministrato, al meglio, i fondi. Lieti, anzi inorgogliti nel profondo, dall’idea di essere finalmente riconosciuti come autorevoli cogestori degli immancabili destini dell’ordoliberismo, dell’Europa e dell’occidente.Oggi, invece, improvvisamente, è arrivata la tempesta. Un vortice che, al di là e al di qua dell’Atlantico sembra avere di mira la sua distruzione. E con essa, quella della stessa Europa, non a caso guidata non più da profeti interpreti di un progetto e di un destino, ma da sacerdoti del calibro di Juncker, Dijsselbloem o Moscovici.“Desocialistizzare”: è questa l’esplicita parola d’ordine non solo dell’attuale amministrazione americana, la più stupida e reazionaria che la storia ricordi, ma anche dei suoi tirapiedi/complici europei: effettivi, come i Rajoy e i Tajani (partecipi, sin dall’inizio, dell’Operazione Caracas ed esempio vivente della forza letale della mediocrità) ma anche delle May e dei Blair, dei polli di batteria in forza alla Commissione o alla Nato e degli aspiranti collaboratori italiani.“Desocialistizzare” non è superare; è sradicare, cancellare cose, persone e idee. E’ quello che si sta preparando per la “troika della tirannia”nell’America latina (in Argentina, Ecuador, Brasile e Colombia si è già provveduto, sull’onda di una rivincita di classe sancita dalle urne; per Caracas o per Cuba ci vorrà un aiutino…). Ed è quello che si sta annunciando in Europa: dall’Inghilterra della May, con l’inaudito attacco politico e mediatico nei confronti di Corbyn, alla Spagna parafranchista , dalla Francia di Macron ai paesi scandinavi sino all’Italia dove il Pd sta provvedendo spontaneamente alla bisogna.Ed è lo stesso attacco che si sta preparando contro l’Europa. E, attenzione, non in nome di qualsivoglia “ordine”, liberista o di altro tipo ma in nome del nuovo disordine mondiale promosso da Washington: attacco alle grandi imprese europee, dazi, promessa di sanzioni punitive nei confronti di chiunque non si conformi alle direttive, anzi agli ordini perentori dello Stato guida massima incertezza sui mercati e sul proprio futuro, fine delle mediazioni e dei dialoghi che rappresentavano la proiezione esterna del progetto europeo, moltiplicarsi dei conflitti, mano libera agli estremisti, attacco frontale degli evangelici, al seguito di Trump e di Pence, all’insieme di valori e dei principi alla base di quell’Europa costruita nel corso di decenni (un attacco che coinvolge, per inciso, la Chiesa di papa Francesco ).Quello che sorprende, anzi che indigna oltre ogni limite non è però l’attacco; ma la totale e indicibilmente vergognosa assenza di qualsiasi reazione da parte di coloro che ne sono oggetto.Un’assenza obbiettivamente al limite della complicità.Quella dei socialisti europei, convocati a Madrid a sostegno morale e politico del povero Sanchez nel mirino del progetto di sradicamento del trio Ppe/Ciudadanos/Vox (e con all’interno la quinta colonna della destra di Felipe Gonzales); e che si limitano a qualche generica parola di conforto nell’assenza dei rappresentanti italiani.Quella dei governi tedeschi, inglesi, francesi e spagnoli che si allineano in un nanosecondo alla crociata democratica di Guaidò senza degnarsi di consultare i reciproci parlamenti e ignorando platealmente il ruolo e le posizioni assunte dalla Mogherini sulla questione.Quella, ancora, dei governi di Parigi e di Berlino che preparano la liquidazione della commissione per la concorrenza per gestire le politiche industriali a loro uso e consumo o che si apprestano a proporre di negare i fondi comunitari ai paesi che non abbiano i “conti in ordine”.E potremmo continuare. Con i mille esempi di abbandono complice che vengono dal nostro paese.Personalmente ritengo che il socialismo e l’Europa affidati alle cure dei loro sacerdoti autorizzati non abbiano alcun futuro. Perché costoro hanno disimparato a vedere al di là del proprio naso o ad agire prescindendo dai loro interessi personali e di casta. Ma che ciò non possa essere un alibi per abbandonarli al loro destino; e in nome di progetti più avanzati attualmente inesistenti. A difenderli, allora, gli uomini e le collettività all’interno di schieramenti più ampi possibile; e nella speranza che la totale e criminale irrazionalità dei progetti dei loro nemici possa, in un prossimo futuro, aprire gli occhi anche a coloro che oggi si rifiutano di farlo.