STADI SICURI, SALVINI: NO A CHIUSURA IMPIANTI E A DIVIETO DI TRASFERTA
E’ un NO forte e chiaro alla chiusura degli stadi e al divieto di trasferta,quello scaturito ieri al termine della riunione straordinaria tenutasi a Roma, presso la Scuola superiore di Polizia dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Presenti il ministro dell’Interno,Matteo Salvini,il sottosegretarioGiancarlo Giorgetti,i vertici dello sport ed il capo della polizia Franco Gabrielli. “Sarebbe una resa dello Stato”,ha specificato il vicepremier, “mentre l’obiettivo non è vietare ma sradicare la violenza con ogni mezzo necessario”. “Argomento scivoloso”,così è stata definita l’eventuale sospensione di una partita, la cui decisione spetta a un funzionario del ministero dell’Interno. In assenza di “criteri oggettivi”, non suscettibili quindi di valutazioni personali, è pressoché impossibile stabilire di volta in volta quale sia la gravità del fatto contestato senza appunto ‘scivolare’ in decisioni legate a particolari umori del momento. Pertanto “è meglio prevenire e responsabilizzare”assicura Salvini. E se il NO è da riferirsi alla chiusura degli impianti sportivi, c’è invece unSI alle autorizzazioni per le trasferte collettive, maggiormente controllabili rispetto a centinaia di auto e mini van. Dello stesso avviso Giorgetti, sottosegretario con delega allo Sport.Serve un cambio culturale per dare un segnale allo sport e ai tifosi che seguono in casa e in trasferta la loro squadra del cuore e non aggiungere divieti su divieti. E’ questa la risposta del governo dopo gli scontri prima della partita Inter-Napoli in cui ha perso la vita l’ultras Belardinelli.Scartata anche l’ipotesi del divieto di introdurre in campo striscioniperché “un conto sono i coltelli, i bastoni e le bombe carta; un conto sono le bandiere, le sciarpe, i megafoni, tamburi e striscioni. Lo stadio deve essere colorato e colorito”, aggiunge Salvini. Quali misure, dunque per cercare di prevenire atti di violenza come le ultime messe in campo da ultras armati di tutto punto? Intanto modificando gli orari delle partite, in accordo con le società sportive, che devono essere subordinati a condizioni di agibilità e gestiti con le autorità di pubblica sicurezza. Sradicare tutti i fenomeni di violenza e di maleducazione a qualsiasi livelloè la parola d’ordine condivisa dal governo e dai vertici della Federcalcio, rappresentati, nella riunione dal presidente Gabriele Gravina. “Il calcio è partecipazione, pertanto la Federcalcio farà la sua parte in questo processo virtuoso, con un’attenzione particolare all’educazione e alla cultura sportiva”assicura Gravina che si dice soddisfatto degli esiti dell’incontro giudicato molto proficuo. Soddisfatto anche Gaetano Miccichè, presidente della Lega calcio di Serie A.Sono state poste le premesse per mettere in atto pene severe“verso coloro, e sono pochissimi che non si possono definire tifosi ma delinquenti, che con i loro comportamenti rovinano e compromettono la bellezza del calcio”, ha dichiarato poi al termine dell’incontro. Basteranno queste misure concordate per rendere sicuri i nostri stadi e riportare al loro interno famiglie con bambini per godere delle emozioni che i beniamini del pallone sanno regalare? Nella conferenza che è seguita all’incontro Salvini ne è pressoché convintoperché, sostiene, a fronte di 6000 delinquenti, il 99% delle persone che si reca allo stadio sono tifosi.Poi annuncia un testo unico che riveda, migliorate, le leggi sullo sport,ribadendo uno degli obiettivi, cavallo di battaglia della Lega:la certezza della pena, abbreviandone le tempistiche attuali. Infine,un affondo al business che fa da contorno al calcio, un pezzetto del quale, ribadisce Salvini deve essere sacrificato. In che modo? Stabilendoorari più consoni per le partite a rischio e destinando una quota alla sicurezza che le società dovranno accollarsiper non gravare sui cittadini, come avviene adesso.
