TRA CCF E MINIBOT

Con i CCF è possibile: 1. finanziare opere pubbliche di piccola taglia che non richiedono bandi internazionali; 2. integrare redditi e pensioni basse su carte elettroniche di debito fiscale; 3. ridurre il cuneo fiscale delle imprese; 4. pagare i debiti della PA con le imprese; 5. agevolare l’erogazione di fidi bancari (i titoli funzionano come garanzia). Dunque i CCF hanno un ventaglio di applicazioni molto più ampio dei minibot che sono concepiti solo per pagare i debiti della PA con le imprese e possono realmente dare una spinta alla domanda interna che rappresenta il nostro punto di debolezza. Un esempio di catastrofismo. Poi se gli chiedi cosa farebbero loro non si ottiene nessuna risposta. Comunque riteniamo i minibot una soluzione con diverse limitazioni e controindicazioni, per questo puntiamo sui CCF. Gli sconti fiscali sono titoli ultrasicuri (arriverà sempre il giorno in cui bisognerà pagare le tasse) a scadenza di due anni e non sono venduti sul mercato per raccogliere euro che poi devono essere restituiti. Pertanto all’emissione non devono essere conteggiati nel deficit e nel debito pubblico. La scadenza di due anni consente di guadagnare tempo per rimettere in moto la crescita. L’intervento andrebbe prolungato come minimo per 5 anni al fine di innescare un ciclo di crescita in grado di autoalimentarsi.