ALTRE VITTIME NEL MEDITERRANEO

CAOS LIBIA , LAMPEDUSA PORTA APERTA Tutti uomini gli ultimi 68 migranti pakistani, Bangladesh, somali, egiziani, quelli sbarcati a Lampedusa ieri, recuperati dalla Guardia Costiera italiana su un’imbarcazione partita dalla Libia e arrivata in autonomia nelle nostre acque territoriali. Una scena alla quale gli isolani di Lampedusa sono abituati da anni.I 68 si aggiungono 3.400 di ogni nazionalità arrivati sull’isola delle Pelagie nel 2018. Lo comunicano OIM e i rappresentanti delle chiese evangeliche in loco con Medoterranean Hope.“Mentre non ci sono navi ONG in giro a pattugliare il Mediterraneo, i trafficanti fanno comunque partire le imbarcazioni cariche di migranti e le fanno sbarcare dove i porti sono chiusi solo alle navi umanitarie” – denunciano le principali organizzazioni non governative impegnate nel soccorso in mare.Intanto sempre l’ OIM pubblica i dati degli arrivi in Europa nei primi 16 giorni del 2019: oltre 4mila via mare, il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per lo più sbarcate in Spagna. 83 invece le vittime registrate, in calo rispetto ai 199 dei primi 16 giorni del 2018.«Seguiamo questo episodio con interesse – dice Flavio Di Giacomo portavoce OIM – Non pensiamo che sia il segnale di un cambiamento nei flussi ma stiamo cercando di capire meglio cosa stia accadendo in queste ore in Libia, e non solo a Tripoli dove da giorni ci sono tensioni». Tensioni registrate dagli stessi prigionieri in alcune carceri libiche che lanciano continui appelli per le condizioni disumane in cui vengono trattenuti. Come i 300 eritrei bloccati da mesi a Ben Gashir.Siamo allo stremo, fanno sapere inviandoci un file audio in cui si sentono i rumori dei combattimenti fuori dall’hangar in cui sono tenuti in detenzione in prossimità dell’aeroporto di Tripoli. UPDATE: NAUFRAGIO A 50 MIGLIA DALLA LIBIA – ALMENO 17 MORTI, SOLO 3 I SOPRAVVISSUTI – NON È CHIARO SE I NAUFRAGI SONO STATI DUE (con più vittime) O UNO CON 50O 20 PERSONE- INFORMAZIONI CONTRASTANTI Dopo i 68 arrivati da soli in acque italiane con una barca in vetro resina partita da Zwara, ora un (forse due) naufragio segnalato dalla centrale operativa della nostra Guardia Costiera a Roma. A 50 miglia nautiche dalla Libia, un gommone parzialmente sommerso: Guardia Costiera parla di 50 persone a bordo (Marina Militare dirà 20) . In area la nave Ong Sea Watch3.A sorvolare un aereo da pattugliamento marittimo P 72, della nostra marina militare per l’Operazione Mare Sicuro dal quale vengono lanciate 2 zattere gonfiabili. Inviato a supporto un elicottero SH 90 che ha recuperato 3 naufraghi in ipotermia, uno dall’acqua e due da una delle zattere di salvataggio. L’altra zattera ispezionata è risultata vuota. I tre naufraghi sono stati portati prima a Lampedusa poi in Un ospedale in Sicilia.Il cielo è coperto… ma a mare? A mare coordina il Libyan Rescue Coordination Center, che manda in netto ritardo un mercantile di bandiera liberiana. Il Jacob non trova nessuno vivo.Non ci sono altri sopravvissuti. Quale il reale numero delle vittime?Perché invece di lanciare dall’alto zattere gonfiabili non c’erano soccorsi a mare? (con l’acqua a 17 gradi, se non si annega, si muore di ipotermia). Perché non è intervenuta direttamente la Marina libica chiamata a coordinate i soccorsi? Perché….Perché…. Perché non frega niente di questa gente ?