ANCHE LA SINISTRA FACCIA IL “BALLO DI SIMONE”

ANCHE LA SINISTRA FACCIA IL “BALLO DI SIMONE”

La lezione da imparare dal ragazzo che ha sfidato gli energumeni di CasaPound a Torre Maura: serve stare lì dove lo scontro è più forte, contrastare con coraggio, parlare la lingua della tolleranza. Chi ha la pazienza e l’ha avuta in tutto questo tempo di leggere le mie note sa che non sono pessimista, anzi sono fra quelli che, anche nel momento di massimo fulgore delgoverno gialloverde, ha sempre scritto che si trattava di un fenomeno profondo ma di scarsa durata. Le divisioni di questi giorni lo confermano.LegaeM5scominciano a votare differentemente inparlamento, i due leaderini del 4 marzo litigano come comari persino su chi ha la fidanzata più bella. Soprattutto si avverte nell’aria la fine della luna di miele fra loro e l’opinione pubblica. Per icinque stellequesta fine è più prossima, per ilCarroccioci sono scricchiolii. SIMONE HA FATTO QUELLO CHE LA SINISTRA HA SMESSO DI FARE È ovvio che la fine di questo accroccosovranista-populistanon sarà rapida a meno che un errore di uno dei due alleati (o di entrambi) non provochi il crollo strutturale. Sarebbe più rapido, invece, questo crollo se lasinistraavesse il coraggio diSimone. Anni fa c’era una canzoncina chiamataIl ballo di Simoneche invitava a fare come lui così non si sbagliava mai. Anche nella realtà è così. Simone – che ha affrontato senza paura l’energumeno diCasaPoundspiegandogli perché è sbagliato prendersela con leminoranzee rivendicando il suo essere diTorre Mauradi fronte all’estraneità al quartiere di quel manipolo difascisti–ha fatto quello che la sinistra avrebbe dovuto fare sin dal principio. Cioè stare lì dove lo scontro era più forte, contrastare con coraggio, parlare la lingua dellatolleranza. “Simone dimostra che non si può stare fuori dallo scontro, non si predica dalla tivù, non ci si allontana dalle trincee più esposte”. Fra qualche ora il povero Simone farà la fine diGreta, con tanti che lo elogeranno e tanti indispettiti dal fatto che un ragazzino sia diventato unleader. Eppure Simone, e la suafamiglia, dimostrano una vecchia regola della buona politica: non si può stare fuori dallo scontro, non si predica dalla tivù, non ci si allontana dalle trincee più esposte. Molti, ma veramente molti, ragazzi di oggi sono così. La bellezza del gesto di Simone è che rappresenta una generazione in cui c’è anche tanto cinismo e tante tentazionixenofobema prevalgonosolidarietàecoraggio. IL PD RICOMINCI DA FIGURE COME MIMMO LUCANO E PIETRO BARTOLO Tanti leaderini di sinistra che disputano suMatteo Renzidifendendolo o perdendo tempo ad attaccarlo, o che, all’incontrario, passano ore e ore a studiareBernie Sandersin inutili seminari e a dibattere sulla nuova sinistra, dovrebbero fare quello che ha fatto Simone. Ho visto in lui gli anni della mia formazione politica e di tanti che poi andarono a sinistra o anche in altri partiti e che sono stati, fra tanti errori, argine per la difesa della democrazia. La Lega a questi ragazzi chiede odio. I cinque stelle offrono un modello di democrazia in cui la parola spetta a pochi e in cui undossiersulla tua vita sessuale può rovinarti la carriera. Questa era la nuova politica che dovevano portare nel Paese. Lasciamo crescere i tanti Simone che abbiamo anche nelle nostre case ma creiamo attorno a loro un clima di fiducia che li avvicini alla politica e non li tenga lontani. Fare le liste con il dottorPietro Bartoloe conMimmo Lucanoe tante altre belle facce invece che con i soliti noti sarebbe un bel modo di dare il via al “ballo di Simone”.