CASO DICIOTTI. GASPARRI: IL VOTO DELLA GIUNTA ENTRO IL 20 FEBBRAIO

CASO DICIOTTI. GASPARRI: IL VOTO DELLA GIUNTA ENTRO IL 20 FEBBRAIO

Il ‘caso Diciotti’ torna in scena.Stamattina,come da richiesta del 30 gennaio scorso, avanzata dal presidente Gasparri,era attesa, in Giunta Immunità, una memoria di Salvini,per consentire al ministro di esplicitare le sue ragioni. E’ quanto prevede l’iter per l’autorizzazione a procedere contro il vicepremier per esaminare la richiesta del Tribunale dei ministri di Catania. Si trattò di interesse pubblicoper ‘difendere i confini nazionali’ come ribadisce da sempre Salvinio fu ‘sequestro di persona’negare lo sbarco ai 177 migranti in attesa che l’Europa dichiarasse la disponibilità ad una ripartizione equa? L’accusa, dapprima avanzata, venne poi archiviata dalla Procura di Agrigento il primo novembre scorso e tutto sembrò finire lì. A fine gennaio il colpo di scena:Il Tribunale dei ministri di Catania chiede di rinviare a processo Salvini. L’accusa è il sequestro di persona aggravato. Immediatamente si mette in moto l’iter, col primo step, il passaggio in Giunta Immunità. E’ la Giunta infatti che, esaminati i fatti, dovrà approvare una relazione da inviare all’Aula di competenza, nel caso di Salvini, il Senato. Chiamato a decidere entro due mesi, con voto palese e a maggioranza assoluta, se autorizzare o respingere la richiesta a carico del vicepremier. La memoria di Salvini, racchiusa in un documento di 16 pagine, può essere sintetizzata in poche parole, ripetute fino alla nausea in numerose dichiarazioni e interviste:si trattò di una scelta del governo (quindi non personale) per mettere alle strette l’Europa per fare la sua parte. Scelta che rifarebbe perché garantire la sicurezza nazionale è una priorità del suo mandato elettorale e quindi del ministero che dirige. C’è da sottolineare che se dapprima, in modo piuttosto baldanzoso se ne assumeva la piena responsabilità quasi a vanto per il successo ottenuto, con la richiesta a procedere cambia rotta chiamando in causa i vertici del governo in quanto ‘fu una scelta condivisa”. E oggi, assieme alla memoria di Salvini,sono state depositate altre due missive: quella del premier Conte e un’altra a firma di Di Maio e Toninelli, a conferma che si trattò di una decisione collegiale e non singola. Una procedura piuttosto anomala in quanto ‘l’interlocutore’, come ebbe a precisare Gasparri il 30 gennaio scorso, per la Giunta è solo ed esclusivamente Salvini. Procedura non gradita a Pietro Grasso, segretario della Giunta che ha bollato quei due allegati con un ‘sono irricevibili’ chiedendo l’invio degli stessi al Tribunale dei ministri e la sospensione dei lavori. Alla ripresa, nel pomeriggio, il presidenteGasparri decide di acquisire i documentiaggiuntivi a quelli dell’interlocutore che è e rimane Salvini, precisa ancora. Una settimana per esaminare il tutto poiil voto, probabilmente tra il 19 e il 20 febbraio. Un voto che pare scontato, visto che i 5S, venendo meno ai loro principi (hanno sempre votato SI per ogni richiesta a procedere, ma stavolta è diverso, sostengono)voteranno compatti NO. Conte ‘blinda’ il ministro dell’Interno, urla l’opposizione.Che sia davvero un patto per salvare Salvini e avere in cambio il blocco della Tav come molti sospettano e non solo quelli del PD? Votare NO costerà comunque caro al MoVimento.Anche se quella scellerata decisione fu presa dal governo e non solo dal ministro dell’Interno.Costerà caro in consensi e in credibilità. Potrebbe essere addirittura l’inizio della loro fine