CONTRATTACCO A GIULIA, IL SERGENTE CHE HA DENUNCIATO IL “RITO”
DI CLAUDIA SABAIl sergente in questione si chiama Giulia e per quanto munita di un fisico atletico, non era pronta ad affrontare un rito iniziatico fatto di calci, pugni, strattoni.E dopo averci riflettuto a lungo, alla fine il sergente Giulia Jasmine Schiff ha deciso che oltre a curare le ferite fisiche doveva fare qualcosa di più.Si è fatta forza e si è presentata alla Procura militare di Roma denunciando l’accaduto. Il tutto corredato da video e fotografie.Così partendo dal “battesimo del volo”, Giulia ha raccontato la sua storia alla pm Antonella Masala che ha subito aperto un fascicolo e indagato diverse persone.Nelle maglie della vicenda si nascondono certe “tradizioni”legate al mondo militare. Tradizioni fatte di limiti, di rapporto uomo-donna e di nonnismo, un vecchio fenomeno che pensiamo ormai lontano ma ancora troppo presente.La storia di Giulia inizia a gennaio dello scorso anno.20 anni, veneziana, il sergente Giulia vince il concorso per l’ammissione di dieci allievi ufficiali di complemento dell’Aeronautica necessario per ottenere il brevetto di pilota militare. Si classifica quarta su quasi duemila iscritti.E arriva l’entusiasmo, la certezza di realizzare finalmente il sogno: volare, seguire le orme di suo padre, un pilota civile.Ma Giulia ama da sempre le Frecce tricolori e vuole di più. Si vede già vibrare nell’aria come pilota militare di jet.S’impegna con tenacia e dopo l’Istituto tecnico aeronautico arriva all’Accademia di Pozzuoli, il meglio dell’aeronautica militare italiana. Tutto procede bene fino a quando approda nella Scuola di volo, a Latina.È qui infatti, che gli aspiranti piloti iniziano a solcare i cieli.Il corso si chiude con l’ultima prova. E proprio lì, quel 7 aprile dello scorso anno, la storia prende pieghe diverse.Al termine della prova, se superata, è previsto il tradizionale “battesimo del volo”con il tuffo forzato dell’aspirante pilota nella piscina del “pinguino”.Maschi e femmine, senza nessuna distinzione. “Io ero contraria”, commenta Giulia, ma loro irremovibili: “ti spaccheremo i denti sull’ala dell’aereo”.E nel video è evidente ciò che è accaduto.Viene proprio sbattuta contro l’ala. Lei si lamenta mentre intorno tutti ridono.Poi il bagno in piscina, gli applausi, e le strette di mano che accetta rassegnata.E al padre di Giulia che, visti i filmati aveva chiesto spiegazioni, viene risposto che quella è la “tradizione”. Nei giorni successivi Giulia vorrebbe denunciare ma evita di farlo in attesa del brevetto.Però inizia a parlarne e le cose intorno a lei cambiano.La migliore allieva diventa la «pecora nera» dell’Accademia.A Pozzuoli, racconta lei, la situazione precipita.Giulia viene continuamente punita per nulla.Tre lettere di biasimo, un rimprovero e poi sessanta turni di consegna.“Mi punivano per qualsiasi sciocchezza, una pesca addentata a un metro dalla zona consentita, una chiacchiera sulle scale…”.Fino a quando il 6 settembre, Giulia viene «Espulsa per insufficiente attitudine militare».È la fine del sogno.Non potrà più andare a Lecce per il brevetto di pilota militare con il jet delle Frecce Tricolori.Viene accompagnata in stazione con un biglietto per Venezia.Ora c’è l’inchiesta penale.E l’Accademia ha un solo commento: «Si è vendicata dell’espulsione».Ma forse Giulia si è ribellata ad un ambiente chiuso e classista, al nonnismo ancora così presente tra i militari.Un vero inferno per un uomo, figuriamoci per una donna!E infatti, puntuali, arrivano le contro accuse.Nel controvideo prontamente reso pubblico dai compagni di Giulia si vede un’altra cerimonia del “pinguino” in cui è coinvolto un allievo che, diventato pilota, viene portato a spalla sulla pista del Comani fino alla piscina. Nel video appare anche il volto di Giulia che segue il gruppo, scherza e stringe in mano una canna di bambù come rito di iniziazione. L’intento dei compagni è quello di mostrare quale sia il clima che si respira al 70° Stormo. E infatti il clima è lo stesso che denuncia Giulia.Un clima fatto di prevaricazione e soprusi a cui lei ha deciso di ribellarsi.Ma a quale prezzo?L’espulsione per “insufficiente attitudine militare”.Sappiamo bene che in certi ambienti se non ti attieni a schemi ben precisi diventi una vittima.Una donna lo è due volte.Secondo il suo avvocato, Giulia sarebbe stata emarginata dai colleghi.Ma la storia di Giulia va oltre.Scade nel pregiudizio, nella svalutazione della persona.Accade quando il potere emargina, chiude e soprattutto “giudica”.
