DA MUTO A DOTTORE IN MEDICINA. STORIA DI RASEL, BENGALESE

DA MUTO A DOTTORE IN MEDICINA. STORIA DI RASEL, BENGALESE

Muto. Credevano fosse muto, il ragazzino bruno, taciturno, seduto nel banco di una scuola media veneta. I compagni non erano cattivi con lui. Un sorriso accomuna più di mille carte di identità e i ragazzi sanno pesare gli sguardi andando oltre i muri delle parole. Ma lui, Rasel Miah, originario delBangladesh, non comprendeva quella strana lingua con mille coniugazioni diverse per ogni tempo del vivere, con mille parole che spesso avevano lo stesso significato, così dolce e armoniosa da sembrargli un velluto quando ne udiva attentamente il suono. Aveva nostalgia di quel mondo che aveva lasciato, della sua lingua, dei colori del suo popolo. La sua famiglia si era trasferita in Italia, e i suoi genitori avevano trovato accoglienza, integrazione e lavoro divenendo entrambi operai della Fincantieri di Porto Marghera. Persone che avevano fatto della dignità e del lavoro onesto, quello che promana dal sacrificio, un esempio e uno sprone per i loro figli. E Rasel non aveva voluto deludere i suoi genitori che sognavano per lui e per i suoi fratelli un futuro migliore. L’emozione delle prime parole comprese, capite, imparate. Un piccolo chicco, poi un altro. Un sorriso di incoraggiamento di un professore, la pacca sulla spalla di un compagno, la parolaccia e il riso complice di chi conosce il senso, lo sforzo, la vittoria nella comprensione. Non era muto. Rasel aveva conquistato giorno dopo giorno il suo spazio, il suo mondo. Amici chiamava quei ragazzi biondi, bruni, chiari. Amici e la parola fluiva da lui agli altri in un bellissimo scambio osmotico di culture, di emozioni, di sentimenti capaci di fare crescere tutti. Volontà, determinazione, furono gli ingredienti del vivere di questo giovane uomo, che con tenacia persegui’ l’obiettivo di salire i gradini del sapere e del riscatto sociale. Lui non voleva vendere rose per la strada, come tanti bengalesi. Voleva che un libro gli fosse alleato per avere un futuro in cui ” scegliere” potesse essere il verbo prediletto. Studiò tanto con passione e amore , parlò quella lingua di cui bimbo si innamorò e poi venne il diploma infine la Laurea in medicina. Rasel ha realizzato il sogno di studiare medicina e qualche giorno fa ha conseguito la desiderata laurea diventando il quarto medico bengalese in tutta Italia. Adesso punta alla specializzazione in gastroentereologia, ben sapendo che dovrà studiare tantissimo per poterci accedere. I suoi genitori sono fieri di lui, e lui si commuove a vedere le mani callose del padre e le spalle stanche della madre.Quelle due umili persone sanno che non hanno sopportato invano le ansie di un viaggio incognito alla volta di una terra straniera, sanno che non si sono sacrificate inutilmente, sanno che il loro figlio, un uomo, ha saputo integrarsi in questa terra in cui loro hanno scelto di vivere , ha saputo trarre il meglio da sé e dalla realtà che lo circonda. I genitori di Rasel sanno che il suo esempio è la migliore ” parola” da dire ai loro connazionali per infondere coraggio e speranza nel futuro e in questa realtà che a dispetto di poche eccezioni, sa accogliere, sa integrare, sa offrire il meglio di ciò che possiede, sa donare il sorriso a chi, muto, aveva solo bisogno di capire,di imparare, di amare. Poi fra Rasel e Italia fu amore e in questo scambio reciproco ognuno in nome del futuro offrirà il meglio di sé.