ELEZIONI SLOVACCHIA, CAPUTOVA VINCENTE: DONNA, ECOLOGISTA, BATTAGLIERA. TUTTO CHIARO? CERCHIAMO DI CAPIRE

Col 58% dei voti è stata eletta Presidente della Slovacchia Zuzana Caputova. Per la prima volta una donna. Una battagliera avvocata nota per le sue battaglie in difesa dell’ambiente e dei diritti civili. Una vittoria netta, che ha suscitato entusiasmo in chi vi ha visto una rottura del blocco populista dei paesi di Visegrad. Tutto bene quindi? Vale probabilmente la pena di guardare le cose in maniera un po’ meno superficiale di coloro che della neo eletta conoscono probabilmente poco più del nome e del cognome, oltre tutto pronunciato nel modo sbagliato. Innanzitutto, è stata nominata presidente e non premier come un’autorevole testata nostrana si è affrettata a comunicare (si dice il peccato ma non il peccatore). Vale a dire un ruolo che in Slovacchia non ha un peso politico decisivo. Dopo di che il suo antagonista Sefcovic rappresentava, sia pure non dichiaratamente, un partito di centro sinistra come lo Smer (socialdemocratico). Una svolta contro il nazionalismo e per l’europeismo? In base alle dichiarazioni certo che sì. In base ai fatti non si può certo dire che lo stesso Sefcovic, come vicepresidente della Commissione europea, abbia mai alzato un dito contro le decisioni di Bruxelles. A dire il vero, secondo molti, Sefcovic è affondato anche perché, visto il suo passato, gli antieuropeisti duri e puri alle urne nemmeno ci sono andati, nonostante i suoi tentativi dell’ultima ora per accaparrarsi i voti dei sovranisti e delle destre più in generale. Stesso discorso per quello che riguarda i diritti civili. Elettorato di destra che non sostiene il socialdemocratico Sefcovic perché non abbastanza reazionario sul tema dei diritti civili così come non abbastanza nazionalista sul piano dei rapporti con l’Ue. Vittoria della Caputova nel nome della chiarezza. Chi la votava sapeva chi votava, chi votava Sefcovic, mica tanto. Ribattono i sostenitori della Caputova: non sarà mica di sinistra e affidabile lo Smer? Come la mettiamo con la corruzione? Non dimentichiamo che la Slovacchia ha vissuto mesi molto torbidi in un recente passato. Con l’assassinio di un coraggioso giornalista, Jan Kuciak, che si stava battendo contro la corruzione dilagante. Uno scandalo che aveva determinato le dimissioni del premier Robert Fico, un anno fa, con lo scopo di salvare la maggioranza di governo. Smer dunque in caduta libera di consensi, che la Caputova è stata in grado di intercettare, al di là di quella che può essere la sua identità politica. Su questo versante si sa che è liberale e si conosce il suo orientamento liberista in economia come il suo orientamento laico e progressista sulle questioni dell’aborto, dei migranti e dell’omosessualità. Ma su questo terreno il presidente uscente, Andrej Kiska, visti i suoi poteri, non aveva potuto combinare granché, nonostante una visione tutto sommato liberale delle umane cose. Dopo di che, una liberista, in economia, al potere, non pare sia automaticamente catalogabile come una vittoria della sinistra. Molto meglio la sua battaglia come avvocata a difesa dell’ambiente e contro la corruzione. Una battaglia senza dubbio coraggiosa e con risultati tangibili. Per contro una radiazione dall’Albo degli avvocati per i dubbi relativi al suo praticantato. Polemiche in corso, giudizio politico in sospeso. Altro punto dubbio, la presenza, tra i suoi obiettivi, di un progetto di sistema elettorale maggioritario. Che il maggioritario sia di sinistra c’è chi lo sostiene. Che sia una scelta a tutela delle minoranze politiche sembra più difficile da dimostrare. Di certo la vittoria di Zuzana rappresenta una novità politica da seguire con attenzione, nel panorama politico mitteleuropeo. Anche perché, a dispetto dei luoghi comuni, il blocco dei paesi di Visegrad è già ben meno compatto di quanto si possa credere e un elemento nuovo come il risultato delle elezioni in Slovacchia, potrebbe ulteriormente ridefinire il quadro della situazione. Senza fretta eccessiva nell’esprimere giudizi categorici, tanto più che le ricadute della vittoria, visti i limitati poteri della presidenza, si potranno vedere probabilmente in una prospettiva temporale di non breve periodo.