FAVOLE VERE. IL DISOCCUPATO MAROCCHINO CHE TROVA PER TERRA E RESTITUISCE UN “TESORO”

FAVOLE VERE. IL DISOCCUPATO MAROCCHINO CHE TROVA PER TERRA E RESTITUISCE UN “TESORO”

Cammina. Assorto, perso nei pensieri. Tanti. Troppi. Eccessivi per un uomo solo, insormontabili difficoltà che le sue spalle stanche non riescono più a sopportare. Da quando quel peso è così intollerabile? Anche alzare la testa e guardare in alto il cielo diviene una fatica immane. Un cielo azzurro è speranza, è voglia di riscatto, è energia. No, non per lui. Lui guarda in basso. Un padre che deve sfamare tre figli piccoli ed è disoccupato guarda in basso, poco importa che il lavoro ce lo aveva e lo ha perso perché la piccola impresa dove lavorava è stata assorbita da una multinazionale e i tagli al personale sono fisiologici. Un immigrato come lui guarda in basso, poco importa se da tanti anni è in Italia a onorare questa bandiera straniera col suo sudore e la sua dignità. Un uomo come lui guarda in basso, con l’animo rattoppato come le strade di paesi in cui i finanziamenti non arrivano più. Un viandante come lui guarda in basso, ascolta senza guardare il respiro di quel fiume, il Brenta, che gli scorre accanto, freddo, come quel giorno d ‘inverno. Nella sua mente immagini di telegiornali in cui tanti lui divengono protagonisti per un solo giorno. Morti annegati in un mare di indifferenza prima ancora che di onde. Stritolati da debiti a non sopravvivere all’onta. Mani baciate a ministri come fossero santi o mafiosi e sorride essendo stato sempre lontano dagli uni e dagli altri. Crisi economica e morale che attanaglia e non fa alzare la testa verso il cielo. Chissà quale alchimia ha permesso quel miraggio! Possibile che la forza del suo pensiero, dei suoi reconditi desideri, sia così potente da far materializzare davanti ai suoi occhi quel portafoglio? In terra, ammiccante, quasi sornione sotto il sole di quel cielo sceso da lui visto che lui non voleva guardarlo. È un attimo. Si abbassa, lo prende, lo gira e rigira fra le mani. Ottima fattura, preludio di sorprese interne inimmaginabili per lui a testa bassa ripiegato su se stesso. Nessuno intorno a scrutarne i movimenti, a sindacarne i gesti o ad additarlo come ladro, visti i tempi di ricerca ossessiva di untori. Con cura religiosa, come si conviene con una reliquia, lo apre. Vorrebbe che quel cielo divenisse scuro per celare la meraviglia dipinta sul suo volto. Dentro quel minuscolo scrigno è custodito un piccolo tesoro: carte di credito, documenti e 900 euro in banconote. Un miracolo e ringrazia il suo dio. Alza d’istinto il viso verso il cielo. Una piccola fortuna. Per lui per la sua famiglia. Piccoli sogni o piccole conquiste. Un volto lo guarda attraverso un documento. Non è più anonimo denaro, anonima carta, ha un’anima, un volto, un nome. E il viso torna verso la terra e un ” chi sei” è il pensiero dominante. “Sono una persona per bene, un uomo onesto” è la risposta di una coscienza maligna e guastafeste. Omar Chamkou, non sta molto a riflettere. Non occorre riflettere quando dignità e onestà sono i caposaldi di un vivere. Porta il portafoglio al Sindaco di Cartigliano, paesino in provincia di Vicenza dove vive. Il sindaco sa come rintracciare il concittadino che ha smarrito il portafoglio. Un dirigente della Conceria Finco. Aveva poggiato il portafoglio sulla macchina per fare benzina ed era ripartito dimenticandolo lì. Il movimento del veicolo lo aveva fatto cadere. Grato a Omar per il gesto, l’uomo ha pensato bene, venuto a conoscenza della sua situazione lavorativa, di presentare l’onesto marocchino al suo datore di lavoro per un colloquio. Il proprietario della conceria, Bernardo Finco, dando la notizia dell’assunzione, ha dichiarato:” Ci sembrava il minimo, non aveva fatto domanda da noi ma aveva bisogno di lavoro…” Aveva bisogno… Ma non al prezzo della sua onestà. É la favola di un uomo con un lieto fine che può adesso alzare lo sguardo al cielo e può sempre guardarsi allo specchio e scorgervi la sua dignità, senza mercato perché non si compra e non si vende: si ha.