GLI ABRUZZESI DIMENTICANO GLI INSULTI DELLA LEGA E NE FANNO IL PRIMO PARTITO
L’Abruzzo alla Lega e a Berlusconi, con quasi il 50 per cento dei voti; il centrosinistra supera il 30, il M5S appena oltre il 20. Il dato più impressionante è il 26 per cento dato alla Lega, ora primo partito della regione. Un premio a chi, agli abruzzesi che recuperavano i loro morti dalle macerie del terremoto, tramite l’“ideologo” Mario Borghezio, diceva: «Questa parte del Paese non cambia mai, l’Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud (…) abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate». Per “aggiustare le cose” dopo le proteste, Borghezio precisò che «La mia frase non era riferita al solo Abruzzo ma al solito Sud ‘piagnone’».E gli abruzzesi gliel’hanno fatta pagare! Questo vuol dire avere le palle. O non avere memoria e rispetto di sé; per scostarsi dal viso le palate di insulti, basta dirsi: «Ma loro adesso sono cambiati». E convincersi che è vero.Ma cosa è successo per indurre tanti a votare per chi li ha trattati così e finge, dalla vigilia delle scorse elezioni, di aver scoperto che i terroni sono bipedi e parenti dell’homo sapiens padanus et troticus bossianus? Non intendo fare lunghe analisi, perché aspetto le vostre, solo ricordare che i governi più antimeridionali della storia repubblicana sono stati quelli recenti a guida Pd, pappa e ciccia con Berlusconi; che a firmare il preaccordo per garantire alle Regioni più ricche la fuga con la cassa e la cancellazione di diritti fondamentali per i terroni, è stato il governo Gentiloni, mentre spirava (a quattro giorni dalla sua fine: cafonata istituzionale immensa, oltretutto); che a chiedere al segretario del Pd di sostenere la richiesta “prioritaria” della Lega di Autonomia differenziata per le Regioni ricche (fanculo le povere) sono stati i consiglieri regionali di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e non vado avanti con l’elenco delle porcate dei Piddini per Salvini (berlusconiani si erano già dimostrati: pur di avere una maggioranza andavano bene i Verdini, gli Alfano, i Flavio Tosi leghista dissidente con una condanna per razzismo).I cinquestelle erano diventati l’isola della speranza di qualcosa di diverso, specie per il Sud in disperata ricerca di rappresentanza e i cui voti hanno fatto del Movimento il primo partito d’Italia. Una fiducia ripagata con la doccia fredda dell’accordo con il peggiore nemico del Sud, la Lega: nel contratto con chi ha usato il razzismo antimeridionale per prendere voti (confessione di Maroni, ma ci eravamo arrivati da soli, noi definiti da loro colerosi, topi, porci, merdacce…), il Sud non era nemmeno nominato, mentre c’era tutto quello che vuole il Nord, incluso l’Autonomia differenziata (noi ci teniamo i soldi nostri e pure i vostri e voi al diavolo). In seguito alle proteste furono inserite due frasette di circostanza e fu nominata una ministra per il Sud, che si sforza di essere “di tutt’Italia” (peccato, era partita bene), mentre la ministra per le Regioni, di tutte le Regioni, ha subito chiarito che a lei interessa solo il Nord, anzi: il Veneto. Poi, i tarantini si son visti consegnati ai nuovi padroni dell’Ilva, che potranno impunemente avvelenarli, inquinarli e ucciderli; i salentini si son visti confermare il gasdotto Tap, contro cui avevano lottato insieme ai cinquestelle; eccetera.Non va dimenticato che il M5S cose buone ne ha fatte, battendosi per il reddito di cittadinanza, la correzione, pur parziale ma importante, di alcune storture a danno del Sud. Ma il dato dominante, come spiegano i risultati del voto abruzzese (ma già subito dopo il 4 marzo, quelli del Molise e poi delle amministrative parziali) è la delusione sulla “diversità”: il “cambiamento” per riportare al governo il peggio di prima e di sempre.Un solo esempio: il ministro all’Istruzione Bussetti dice che la scuola del Sud non ha bisogno di più fondi, ma di maggior impegno dei meridionali. Tradotto: colpa vostra, caproni. Ti aspetti che il ministro del Sud replichi: se i Comuni del Nord ricevono il 300 per cento del fabbisogno e quelli del Sud il 50, ti meravigli che gli edifici in cui sono le scuole del Mezzogiorno siano così malandati e gli enti locali possano dar poco aiuto? Se per norme varate dalla purtroppo allora ministra Gelmini, il tempo pieno a scuola è quasi ovunque a Nord e scarso al Sud, ti meravigli che la formazione ne risenta? Se a Monza al 100 per 100 degli allievi è garantita la mensa scolastica e a Reggio Calabria si sta allo 0,07 per cento, non ti chiedi se questo influisce o no sul rendimento complessivo? Se la formazione pre-scolare nella Materna pone i bambini in condizioni migliori di apprendimento alle elementari e al Sud non ci sono asili nido, perché i soldi, con norme infami e razziste, vanno tutti al Nord o quasi, poi mi vieni a dire che gli scolari terroni non sono all’altezza? Se con i criteri razzisti messi insieme da governi di ogni colore e ratificati dal decreto Letta-Carrozza (Pd), le università più ricche sono definite migliori e favorite, solo perché stanno al Nord, ti stupisci che quelle del Sud perdano corsi, docenti e studenti fagocitati da chi offre più soldi e più attrezzature? No, mentre una petizione per cacciare il ministro raccoglie in 24 ore più di 7mila firme, la ministra per il Sud considera la cosa “un incidente di persorso, al quale si può rimediare. Finora con la Lega abbiamo sempre trovato la quadra”. E non si accorge che già parlare come Bossi al Sud dà fastidio, visto l’uso che della quadra facevano.E comunque: si poteva far diversamente dall’accordo con la Lega? Con il Pd il M5S ci provò (con scarsa convinzione) ed ebbe un “godiamoci il disastro dell’Italia da imputare a loro”, della banda renziana. E allora?Restare all’opposizione e continuare la marcia senza mettere in gioco la propria storia e dissiparla e magari conquistare, restando se stessi, i Comuni, le Regioni, guadagnare e mantenere fiducia con i risultati di una più corretta amministrazione?Tutto discutibile. I fatti dicono che la scelta fatta, in un solo anno ha dimezzato il M5S e raddoppiato la Lega. Tanti che non votavano più per il disgusto di questa politica erano tornati a farlo, avendo una nuova speranza. Mentre ora il partito degli astenuti è tornato a crescere.In questo disorientamento, il peggio prevale.
