LO SHUTDOWN È FINITO

Nel frattempo lo shutdown è finito, almeno momentaneamente. Come mai? Perché e solo perché i lavoratori stavano cominciando a organizzarsi e quando i lavoratori si organizzano i capitalisti cominciano ad avere paura. Fanno i gradassi finché riescono a dividere il popolo e a dissanguarne una parte con l’aiuto dell’altra; e quando il massimo rischio che corrono è non riuscire a rubare tutto quello che intendevano rubare. Ma non appena si profila il pericolo che possano davvero perdere qualcosa, e che magari la gente si incazzi direttamente proprio con loro e finalmente gliela faccia pagare, senza dare retta agli Strada, ai Cacciari, ai Raimo e ai loro diversivi, allora mettono la coda fra le gambe. Purtroppo non capita spesso che siano costretti a farlo. Il bello dello shutdown dell’amministrazione pubblica americana non è che tiene a casa senza stipendio gli impiegati, come dicono erroneamente vari giornali. Èche li costringe a lavorare senza stipendio, e se si rifiutano di farlo vengono licenziati in tronco. In un sistema fondato sul mero profitto e sui miti della governabilità e dell’efficienza, in sostanza in un sistema liberista come sono da tempo gli Stati Uniti e l’Italia è quasi diventata grazie ai governi piddini e berlusconiani, lo sfruttamento spietato dei lavoratori è non solo legale ma ritenuto giusto da buona parte dei media. O vi siete scordati di come il grande Reagan (grande per la nuova sinistra italiana, la stessa che osanna Macron e che si è appena infatuata del golpista venezuelano Guaidó) diede un colpo mortale ai sindacati licenziando in tronco undicimila controllori di volo che avevano osato scioperare?Per cui parecchi impiegati pubblici, che non vengono pagati da più di un mese e che tipicamente (così sono gli americani e così li vuole il neocapitalismo) non hanno da parte neanche un dollaro e anzi sono pieni di debiti, si sono improvvisamente trovati nella necessità di ottenere buoni alimentari per sfamarsi. E come ha reagito alla notizia il ministro del commercio del governo Trump, tale Wilbur Ross, plurimilionario e amante del lusso più ostentato? Chiedendosi in assoluta buona fede come mai chi non ha soldi non chieda un prestito a una banca. Quanto a Lara Trump, nuora del presidente e pure lei milionaria, ha dichiarato che dei sacrifici e un po’ di sofferenza vanno accettati in vista del bene futuro del paese. Peccato che li chieda alla classe media impoverita mentre lei non ne faccia nessuno, anzi, che i milionari si stiano arricchendo in modo osceno e con una velocità senza precedenti.Questa è l’America e questa è l’Italia che La Repubblica, il Corriere e gli altri giornali vogliono creare: un paese in cui una classe dirigente imbecille e tronfia a causa del troppo denaro troppo facilmente accumulato, possa tranquillamente vivere in una bolla di privilegio, indifferente al destino dei suoi concittadini e possibilmente del tutto ignara di essi, e se non hanno pane che mangino brioche. Tanto loro sono al di là del nazionalismo e dunque di qualsiasi senso di appartenenza e responsabilità sociale; a cosa credete che serva il terzomondismo se non a giustificare l’immenso egoismo locale (l’unico dimostrabile: ama il prossimo tuo diceva il Vangelo; perché l’empatia per chi è lontano non costa nulla) di chi ha tutto e vuole tenerselo?