L’UOMO DAI JEANS STRAPPATI

L’uomo cammina nella piazza deserta. Dopo alcuni giorni di freddo e pioggia sembra quasi che stanotte l’inverno sia finito. L’uomo si ferma e mi guarda. Iolo guardo e non capisco perché tra tanto spazio vuoto scelga proprio di sedersi accanto a me. La cosa un po’ mi infastidisce. L’uomo veste come un ragazzo ma il passo claudicante la barba bianca lo sguardo stanco lo fanno sembrare ormai un vecchio. I jeans strappati all’altezza del ginocchio il giubbotto con la bandiera davanti le clarks sono solo un inganno. Inizia a parlare. Senza volgere mai lo sguardo verso di me. E’ come se parlasse a qualcuno che è davanti a noi. Usa termini desueti per esprimere concetti considerati antichi. Lotta di classe valore delle idee rivoluzione. Io lo ascolto quasi incantato Mani che si uniscono potere dei sogni libertà. Rimarrei ancora qui. Ma si è fatto tardi. Lascio l’uomo seduto in quello che e’ un po’ il mio posto mi alzo svanisco nel nulla della mia piazza. Adesso, c’è anche la nebbia.