SOPRAVVISSUTE. STORIA DI F. CHE HA SCONFITTO IL MOSTRO
Qual è il sogno di quasi tutte le ragazze? A parte diventare influencer su Instagram, ovviamente, uno dei sogni più diffusi è quello di sposarsi. Inizia così, molto spesso, un percorso che invece di condurre ad un sogno precipita in un incubo. E così è stato per F., che a 20 anni si prometteva amore eterno con l’uomo che aveva scelto. Lui di 10 anni più grande, lei una ragazzina carina, una donna con i sospiri da adolescente non ancora spenti. Vivere insieme, in una casa nuova la prima volta che si esce da quella dei genitori, pensare di aver costruito qualcosa. Ma una ragazza giovane accanto ad un uomo più grande, così diversa dalle altre mogli, e quanti sguardi attira. F. è inconsapevole, o meglio, noncurante di ciò che gli altri pensano, cosa le importa, lei sa che ama suo marito. Lei lo sa, ma lui no, o meglio, lui teme che non sia così, e nella mente dell’uomo compaiono immagini, scene, parole, e si convince di aver ragione. Questa sua convinzione sveglia il mostro che dormiva latente in lui, che prende forza dalla gelosia, dall’ossessione. Lei nega, certo, deve per forza negare pensa il mostro, ed iniziano le offese, gli insulti, e le punizioni. Il mostro pensa che a lei piacciono altri uomini, ed allora sarà trattata come merita, come gli altri la chiamano, la punizione è un sesso senza amore, senza sospiri ma solamente lacrime, e mani chiuse a pugno attorno alle lacrime, al dispiacere che schiaccia il cuore come il fisico viene schiacciato dal mostro. Ma quella sofferenza fortifica, anno dopo anno, lacrima dopo lacrima, e la volontà di provare a volare da sola, di allontanarsi da quella gabbia si accresce. E la strada che porta a casa non fa più paura, non mette più imbarazzo, il timore di aprire quella porta diventa rabbia, e quando si incontra quel volto dentro la stanza lo si affronta, sguardo contro sguardo. Ma il mostro è uomo, si sente maschio, si comporta da vigliacco quando colpisce, quando lancia parole velenose contro F., che si ripara dietro il pensiero di chi hanno messo al mondo, che non può essere stato tutto sbagliato. Ma la città è piccola, nel quartiere si sparge la voce, il mostro trova alleati nelle chiacchiere, nei sussurri, nei commenti. Se è lei a volerlo lasciare avrà un altro, si dice che lui l’abbia scoperta con uno, io la vedevo troppo allegra sempre sorridente. Ecco il mostro, un virus che attecchisce su altre coscienze distorte, ed in vece della ragione si cerca una verità che non esiste, perchè in una coppia si è sempre in due. Ma al mostro non interessa, lei è sua, suo possesso, e quando lei gli dice che lo lascia, che è finita, lui non ci pensa due volte, prende la sua pistola e gliela punta in faccia. Due parole, ti ammazzo, mentre la canna è puntata sul viso di F., pensando di sentirla gridare, di implorare pietà. Ma in lei la voglia di scappare è più grande della paura, così come la certezza che non ci si piega davanti ad un vigliacco. E spara allora, se hai coraggio. Spara e liberami da questa vita che è morte. Spara! Spara! Spara! Il mostro esita, pensa, grugnisce la sua rabbia e la sua frustrazione mentre F. scappa e va a denunciarlo. Quando gli tolgono il porto d’armi ed il lavoro, il mostro accusa lei, e trova ancora complici, altri mostri, la colpa è della donna che lo ha provocato. Avere una identità in alcune circostanze diventa una colpa, così come liberarsi dalle catene. Ora F. è libera, libera di essere una persona unica, anche se le ferite dentro non si cicatrizzano, ed il dolore compare ogni qualvolta si lascia andare un pensiero sereno. Ma F. sa che è stata fortunata, e pensa spesso a chi, a differenza di lei non è sopravvissuta. Perchè lo Stato non difende, perchè i mostri trovano alleati e complici, perchè la vittima deve avere fatto qualcosa, che sia stato anche solamente voler vivere. Sopravvissute, lei è F. e spera che la sua storia possa aiutare qualcuno a non avere paura. Qual è il sogno di quasi tutte le ragazze? A parte diventare influencer su Instagram, ovviamente, uno dei sogni più diffusi è quello di sposarsi. Inizia così, molto spesso, un percorso che invece di condurre ad un sogno precipita in un incubo. E così è stato per F., che a 20 anni si prometteva amore eterno con l’uomo che aveva scelto. Lui di 10 anni più grande, lei una ragazzina carina, una donna con i sospiri da adolescente non ancora spenti. Vivere insieme, in una casa nuova la prima volta che si esce da quella dei genitori, pensare di aver costruito qualcosa. Ma una ragazza giovane accanto ad un uomo più grande, così diversa dalle altre mogli, e quanti sguardi attira. F. è inconsapevole, o meglio, noncurante di ciò che gli altri pensano, cosa le importa, lei sa che ama suo marito. Lei lo sa, ma lui no, o meglio, lui teme che non sia così, e nella mente dell’uomo compaiono immagini, scene, parole, e si convince di aver ragione. Questa sua convinzione sveglia il mostro che dormiva latente in lui, che prende forza dalla gelosia, dall’ossessione. Lei nega, certo, deve per forza negare pensa il mostro, ed iniziano le offese, gli insulti, e le punizioni. Il mostro pensa che a lei piacciono altri uomini, ed allora sarà trattata come merita, come gli altri la chiamano, la punizione è un sesso senza amore, senza sospiri ma solamente lacrime, e mani chiuse a pugno attorno alle lacrime, al dispiacere che schiaccia il cuore come il fisico viene schiacciato dal mostro. Ma quella sofferenza fortifica, anno dopo anno, lacrima dopo lacrima, e la volontà di provare a volare da sola, di allontanarsi da quella gabbia si accresce. E la strada che porta a casa non fa più paura, non mette più imbarazzo, il timore di aprire quella porta diventa rabbia, e quando si incontra quel volto dentro la stanza lo si affronta, sguardo contro sguardo. Ma il mostro è uomo, si sente maschio, si comporta da vigliacco quando colpisce, quando lancia parole velenose contro F., che si ripara dietro il pensiero di chi hanno messo al mondo, che non può essere stato tutto sbagliato. Ma la città è piccola, nel quartiere si sparge la voce, il mostro trova alleati nelle chiacchiere, nei sussurri, nei commenti. Se è lei a volerlo lasciare avrà un altro, si dice che lui l’abbia scoperta con uno, io la vedevo troppo allegra sempre sorridente. Ecco il mostro, un virus che attecchisce su altre coscienze distorte, ed in vece della ragione si cerca una verità che non esiste, perchè in una coppia si è sempre in due. Ma al mostro non interessa, lei è sua, suo possesso, e quando lei gli dice che lo lascia, che è finita, lui non ci pensa due volte, prende la sua pistola e gliela punta in faccia. Due parole, ti ammazzo, mentre la canna è puntata sul viso di F., pensando di sentirla gridare, di implorare pietà. Ma in lei la voglia di scappare è più grande della paura, così come la certezza che non ci si piega davanti ad un vigliacco. E spara allora, se hai coraggio. Spara e liberami da questa vita che è morte. Spara! Spara! Spara! Il mostro esita, pensa, grugnisce la sua rabbia e la sua frustrazione mentre F. scappa e va a denunciarlo. Quando gli tolgono il porto d’armi ed il lavoro, il mostro accusa lei, e trova ancora complici, altri mostri, la colpa è della donna che lo ha provocato. Avere una identità in alcune circostanze diventa una colpa, così come liberarsi dalle catene. Ora F. è libera, libera di essere una persona unica, anche se le ferite dentro non si cicatrizzano, ed il dolore compare ogni qualvolta si lascia andare un pensiero sereno. Ma F. sa che è stata fortunata, e pensa spesso a chi, a differenza di lei non è sopravvissuta. Perchè lo Stato non difende, perchè i mostri trovano alleati e complici, perchè la vittima deve avere fatto qualcosa, che sia stato anche solamente voler vivere. Sopravvissute, lei è F. e spera che la sua storia possa aiutare qualcuno a non avere paura.
