UNA VOLTA PER TUTTE: LA DONNA DI PRATO NON E’ UNA PROFESSORESSA
E’ un’operatrice socio-sanitariache nel tempo libero dà, o meglio dava, anche ripetizioni d’inglese per arrotondare il suo stipendio. Punto. Chiamarla prof,come fanno TUTTI i mezzi di (dis)informazioneè un insulto alla categoria dei docenti, quelli veri.Quelli chedanno il cuore e l’anima per educare istruire e formare alunni e studenti di ogni ordine e grado. Quelli chelavorano in aule sovraffollate, molto spesso fatiscenti e a rischio crolli. Un recente rapporto di Save the Children denuncia che da settembre ad oggi i crolli sono stati 47, vale a dire uno ogni 3 giorni. E che la messa in sicurezza è ancora un miraggio. Quelli chenel gradimento sociale occupano uno degli scalini più bassi.Quelli cheun giorno sì e l’altro pure vengono aggrediti da genitori che hanno abdicato alla loro funzione per ‘vendicare’ un’insufficienza, un rimbrotto o una nota sul registro. Quelli che lo Stato a parole chiama ‘eroi’ ma nei fatti tratta da sguatteri con stipendi da fame,i più bassi d’Europa.Quelli chese scioperano mandano a gambe all’aria migliaia di famiglie che non sanno dove ‘parcheggiare’ i loro i figli e che vorrebbero disponibili 24 ore su 24. Quelli che …continuate voi, la lista è lunga.Ma in quella non rientra la donna di Prato.Ficcatevelo bene in testa, una volta per tutte.Grazie!
