VIA LIBERA DI MATTARELLA ALLA COMMISSIONE BANCHE MA CON PALETTI
E’ fatta.Mattarella ha firmato la legge che istituisce la commissione banche.Una firma con diversi però, messi nero su biancoin una missiva di quattro pagine indirizzate ai presidenti di Camera e Senato, con l’invito a vigilare, a loro volta, sugli eventuali rischi a cui la legge potrebbe andare incontro. Sono diversi i paletti che il capo dello Stato ha voluto sottolineare, con l’autorevolezza del ruolo che riveste, per scongiurare che questo strumento, fortemente voluto dal M5S, venga poi utilizzato per delegittimare il sistema bancario, a partire da Bankitalia. “Sì alla legge ma nessun controllo sul credito”, avverte Mattarella,“condizionare le banche sarebbe fuori dalla Carta Costituzionale”. Più che raccomandazioni, moniti veri e propri. Come quello discongiurare che la commissione si sovrapponga ad altri istituto di controllo, come Consob, Covip, Ivass, Banca Centrale Europea che devono conservare il carattere di Autorità indipendenti, ricorda Mattarella. Ed è su questi punti che prima della firma il capo dello Stato ha espresso preoccupazioni ai presidenti Fico e Casellati e, rassicurato Ignazio Visco, governatore di Bankitalia. Un via libera condizionatodalla missiva in allegato affinché il ‘controllo’ che si intende esercitare non debordi e rimanga entro i confini dettati dalla Costituzione. Nelle scorse settimane il pressing del duo Salvini-Di Maioaffinché il Mef aprisse i cordoni delle borse e rimborsasse i creditorisi è fatto sempre più consistente e duro.Così come per il via libera alla commissione d’inchiesta per i truffati dalla banche auspicando pene più severe per chi manipola i mercati e compie truffe bancarie. “Dobbiamo portare in audizione gli attori coinvolti in quel disastro”ha detto pochi giorni fa Di Maio alludendo al caso ‘Tercas’ che, come Banca Etruria e gli altri tre istituti commissariati, si sarebbero potuto salvare se fossero stati ricapitalizzati dal Fondo interbancario, come ha poi riconosciuto la Ue.Vogliamo pene più severe e soprattutto vogliamo cambiare le cose, ha più volte ribadito il vicepremier pentastellato. Ora la commissione d’inchiesta potrà verificare, audire e vigilare. Appena potrà insediarsi, s’intende. Intantoè iniziato il totonome intorno al futuro presidente. Il M5S spinge affinché venga nominato Pierluigi Paragone, il giornalista conduttore de La Gabbia, nome, pare, non molto gradito al Colle perché ‘troppo schierato’ e storicamente ostile al sistema creditizio delle banche. La commissioneche, oltre al presidente è composta da 20 deputati e 20 senatori di tutti i gruppi parlamentari,ha gli stessi poteri della magistratura, può quindi convocare testimoni i quali, durante le audizioni, sono obbligati a dire la verità.
