ACCADDE OGGI: ANNI FA, QUANDO ERO A ROMA, SCRISSI UN’ODE AL 52
[Accadde oggi: anni fa, quando passavo molto tempo a Roma, scrissi un’ode al 52] Il 52 è circolare, va avanti senza capolinea, dallo stadio Flaminio a Palazzo Chigi senza smettere, può non essere straordinario un autobus che non ferma mai?È di taglia mediopiccola, non di quelli con il rimorchio pachidermici, e nemmeno è un autobus bonsai, appena l’autista e tre vecchi, come quelli elettrici: il 52 ha una sua dignità, è un monoblocco giusti posti a sedere, dove stai seduto o in piedi alla medesima probabilità.Il cambioturno avviene, c’è da supporre, al volo – e ogni autista sa che tutti i passeggeri del 52 chiederanno prima di salire: «Scusi, va a …», dicendo uno a caso tra i vicoli o le grandi strade di Roma. La risposta quasi sempre è: «Monta, vediamo di passarci», giacché alla fine il 52 fa un po’ cosa vuole.Secondo la mappa dovrebbe, discesi i Parioli, fare la Salaria e svoltare in corso Italia, ma tu sai se farà così? Spesso va diritto, fa via Piave e poi gioca in via Calabria e via Boncompagni, altre volte segue la carta, ogni tanto qualche affezionato si avvicina all’autista e gli spiega la strada.Nel film «Innamorato pazzo» Adriano Celentano è Cecchini Barnaba, conducente della linea 29 che si innamora di una Ornella Muti monumento alla bellezza e per lei devìa il percorso e gira tutta Roma. Sono convinto che gli sceneggiatori avessero a quel tempo preso il 52 per più di tre giorni filati: alla fine, o scrivi all’ATAC o scrivi un film.A Palazzo Chigi al terzo piano c’è Matteo Renzi. Tutto è spento, è sabato sera, cinquanta metri e alla fermata del 52 a Largo Chigi fai due clic sul telefono e chiedi all’applicazione quando arriverà. Ora, potrà mai il 52 essere fedele a un algoritmo che ne immagina il percorso e quindi i pensieri? «È a cinque fermate», rimanda il telefono, ma tu sai che non è così. Chissà dov’è – ebete, ingenuo, infantile il sorriso nell’immaginarlo in giro per la città, sospinto dai diavoletti che lo abitano – di sicuro altrove.Poi arriva, nel circolo di ritorno di solito si stufa di giocare per le vie Piemonte e Sicilia e Calabria e Boncompagni, e va sulla Pinciana, sale i Parioli per la scorciatoia, come si stancasse di scivolare giù per la Salaria.«’Fanculo!», dice.E sale.Come vuole lui.Quando non passa molti ripiegano sull’80 o 80B, poi devono fare delle giravolte per tornare là dove avrebbe portato il 52, ma nessuno si arrabbia, perché è il 52 e al 52 perdoni cose che non perdoni a nessuno, il 52 è Maradona, «Dai, parti e fa’ cosa vuoi» gli ha detto un giorno un funzionario dell’ATAC.Io vorrei conoscerli quelli che decidono i tragitti degli autobus, che dicono che passa in quella via e non in quell’altra, che scelgono le fermate, regalerei loro la bandiera del 52, che è una bandiera dell’indipendenza e della ribellione, è il welcome to Sucate, è la rivoluzione, non ci imbriglierete mai, fuck off, Hasta il 52 siempre!, facessi la Lonely di Roma direi che Roma vale un giro sul 52 sempre.
