CASO CUCCHI, CHIUSA INCHIESTA SUI DEPISTAGGI: OTTO CARABINIERI A RISCHIO PROCESSO

CASO CUCCHI, CHIUSA INCHIESTA SUI DEPISTAGGI: OTTO CARABINIERI A RISCHIO PROCESSO

Sono indagati per aver depistato e deviato l’indagine principaleatta a stabilire la verità sulla morte di Stefano Cucchi,otto carabinieri ora a rischio processo. Che si vanno ad aggiungere ai cinque alla sbarra nel processo-bis. Falso, omessa denuncia, favoreggiamento e calunnia, sono queste le accuse mosse dal Pm Musarò nei confronti dei militari coinvolti, dallo stesso definite una‘catena di falsi sulla salute’di Stefano partita dal comandante Casarsa, all’epoca dei fatti comandante del Gruppo di Roma, a sua volta indagato. E’ quanto è emerso durante le ultime sedute delprocesso-bis,inchiestache la Procura di Roma ha dichiarato ufficialmente chiusa. Accuse preciseche vanno a inchiodare gli uomini della benemerita che secondo il Pm sapevano come e quando era morto Cucchi ma avevano nascosto la verità, depistando, in tal modo, i fatti. Troppi i misteri intorno a quella morte. Troppe le omissioni e le bugiefin dall’inizio, al momento dell’arresto. A cominciare dal fotosegnalamento del giovane che, a detta dei carabinieri, si rifiutava di collaborare. E’ un mistero anche la cancellazione dell’identità di Cucchi dal registro degli arrestati del giorno (il nome è stato sbianchettato) e le annotazione sullo stato di salute sono state più volte modificate. Un calvario per il 32enne geometra romano che morirà, sei giorni dopo l’arrestoper detenzione di droga, il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Pertini di Roma. Una morte alla quale la famiglia non si è mai rassegnata. Una verità perseguita pervicacemente dalla sorella Ilaria che, pezzo dopo pezzo, ha impiegato quasi 10 dieci anni per venire alla luce. Le immagini del suo corpo martoriato,quel volto tumefatto e pieno di lividi per i colpi ricevuti rimangono a testimonianza di una pagina nera che vede coinvolti proprio coloro che sono deputati ad accertare la verità e a garantire la giustizia.