DAVIDE DATTOLI, UNICO ITALIANO TRA I PIÚ INFLUENTI IMPRENDITORI EUROPEI UNDER30
Ha studiato ad Harvard, ha 28 anni ed è già a capo di un’azienda che fattura 13 milioni di euro: si tratta di Davide Dattoli, giovane inserito da Forbes tra i 30 più importanti imprenditori europei under 30 del mondo tecnologico. Lui è fondatore e CEO di Talent Garden, startup che si occupa di gestire e fornire spazi di coworking ai lavoratori. Una sorta di “biblioteca” 2.0, dove ti trovi a lavorare con altre persone che non si occupano della tua stessa materia. Dattoli ha però innovato il significato base e già conosciuto di coworking, organizzando negli spazi messi a disposizione anche eventi formativi, sempre in ambito tecnologia ed innovazione. Fondata nel 2011 a Brescia, città natale di Davide, Talent Garden conta ora 23 campus sparsi in otto paesi europei; nel 2018 ha formato 2300 studenti e organizzato 17’000 eventi. “Applichiamo al mondo digitale il concetto del distretto industriale- spiegava Dattoli a Business People in un’intervista del 2016, -Il fare sistema facilita quella connessione tra professionisti e aziende, elemento fondamentale che permette a una parte di creare business, all’altra di innovarsi”. Nonostante la giovane età, Dattoli ha fatto anche la gavetta: prima di buttarsi assieme all’amico di sempre Lorenzo Maternini nella startup, è stato consulente per la Condenast (“mi è sempre piaciuta l’editoria…”). L’idea per Talent Garden è nata dalla voglia di creare un luogo dove freelance, startup e professionisti affermati potessero riunirsi e lavorare insieme. Il motto di Davide è “fare presto”: “All’estero le startup come noi hanno un accesso più facile al credito e, se diventano troppo grandi, non c’è spazio per nessuno”. Anche la sua pagina web fa capire che il giovane vuole sempre essere un passo avanti: sotto al suo nome (a caratteri cubitali) capeggia la scritta: “The best way to predict the future is to invent it” (Il modo migliore per prevedere il futuro è inventarlo), citazione dell’informatico statunitense Alan Kay.
