DURANTE IL FILM SU MIA MARTINI MI E’ VENUTA VOGLIA DI PIANGERE

DURANTE IL FILM SU MIA MARTINI MI E’ VENUTA VOGLIA DI PIANGERE

– Denunciali!– E cosa faccio, denuncio per calunnia…ignoti? Chi denuncio?[dal film Io sono Mia] Più o meno questo il dialogo, nel film sulla vita di Mia Martini, esistenza tormentata rovinata dall’idiozia, dalla bassezza, dalla miserevolezza dell’animo umano. A un certo punto, in verità quasi subito (fece tutto molto presto, compreso il ritiro, e morì a 48 anni), presero a dire che Mia Martini portava sfiga. Il punto non è tanto chi lo disse, ma chi perpetuò e ci credette, più o meno molto, in quella schiera di possibilità cui ci si affida in maniera più o meno velata, dal “porta una sfiga tremenda, anzi porta la tragedia” al “non è vero ma intanto mi premuro”.Purtroppo il concetto di sfiga – e, soprattutto, se e come viene veicolata – è trasversale alle classi sociali e all’istruzione, insomma non esistono cure: è un antidoto all’incertezza, un modo che si ritiene tutto sommato innocuo – il cornetto, il rito, la scaramanzia – di darsi sicurezza, di contrastare il terrore del futuro.In realtà è un’arma potenzialmente letale: che può rovinare la vita propria, quando si entra nel vortice dei pensieri magici, e la vita degli altri, un po’ come una lapidazione dilazionata nel tempo: tanti piccoli sassi giorno dopo giorno. A un certo punto durante il film mi è venuta voglia di piangere, non potevo fare altro.