IL DECRETO PILLON NON S’HA DA FARE, PAROLA DI SPADAFORA

IL DECRETO PILLON  NON S’HA DA FARE, PAROLA DI SPADAFORA

Il congresso di Verona ha acuito ancor più le divergenze esistenti tra i due schieramenti di governo.A dimostrazione di ciò i diversi  botta e risposta al vetriolo tra i due vicepremier, e non solo, nella tre giorni della città veneta.Il tema del contendere la famiglia,intesa nel modello tradizionale, ovveroquella formata da un uomo e una donna(l’unica riconosciuta dagli organizzatori e dal centrodestra) e tutto quel che ruota intorno. A difesa dei diritti conquistati, dalle unioni civili alla legge 194, migliaia di donne, associazioni Lgbt, pensatori liberi, politici dell’opposizione.Compresi gli alleati di alleati di governo pentastellati.“A Verona destra di sfigati”, l’ha definita Di Maio nel prenderne le distanze con tutto il MoVimento. “Entro maggio un evento sulle famiglie arcobaleno alla Camera”risponde Roberto Fico quasi in coro con il ministro Bonafede che esalta la bellezza della famiglia dovunque ci sia amore, a prescindere dal genere perché è il sentimento che fa casa, la volontà di portare avanti un progetto comune. Ad essere ancora più chiaro, anzi tranchant,sulla querelle in corso,il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadaforanell’intervento odierno a ‘Omnibus’ su La7: “Il provvedimento Pillon è chiuso, archiviato. Quel testo non arriverà mai in aula”. Il provvedimento su citato, è bene ricordarlo è stato e continua ad essere oggetto di polemiche poiché, è questa l’accusa principale che gli viene mossa,sancisce una regressione dannosa del diritto di famiglia.Oltre al fatto che va a ledere i diritti dei minori e di tutti coloro che si trovano in condizioni di fragilità per motivi economici o per violenze familiari, in particolare le donne. Nello specifico, la normapresentata dal senatore Simone  Pillonintende riscrivere la norma sull’affido condiviso,che risale al 2006,ispirandosi al principio della “bigenitorialità perfetta”:tempi paritetici con la prole, doppia residenza per i bambini, soppressione dell’assegno di mantenimento dei figli, sono alcuni punti contenuti nel disegno di legge.Equiparare oneri e privilegi dell’affidamento tra divorziati è l’obiettivo a cui giungere. A cominciare dall’eliminazione dell’assegno di mantenimento (e anche della casa)che non avrebbe più senso in quanto l’onere, appunto, spetterebbe a entrambi i genitori in egual misura, come accade nelle coppie conviventi.Onere che annulla un obbligo, com’è attualmente per un genitore, solitamente il padre, a versare mensilmente una cifra stabilita dal giudice. Un testo da archiviare per Spadafora e i pentastellati tutti.Per riscriverne uno nuovotenendo conto delle audizioni fatte in Commissione Giustizia alle quali hanno partecipato anche le opposizioni.Plauso dalla sinistra e anche da Forza Italiache auspicano che dalle parole si passi ora fatti.La realtà che vivono le famiglie italiane è diversa, molto diversa da quella immaginata da Pillon,sostengono, è ora che la Lega più retrograda se ne renda conta. Sui diritti civili non si torna indietro né si negozia.  Anche perché la strada per vederli applicati tutti, è ancora irta di ostacoli duri a morire