IL PALLONE E’ ROTONDO: LE DONNE BATTONO MACHISMO, MASCHILISMO E SESSISMO

IL PALLONE E’ ROTONDO: LE DONNE BATTONO MACHISMO, MASCHILISMO E SESSISMO

Uno via l’altro le antiche glorie del pallone Fulvio Collovati e Billy Costacurta, pagati per dire la loro nei programmi televisivi di punta sul calcio – alla Rai e a Sky – la scorsa settimana hanno sfoderato un repertorio contro le donne che neppure nei vecchi Bar dello Sport, circoli per soli uomini, avrebbero osato. Collovati dai microfoni della Rai (a “Quelli che il calcio”) ha affermato: “Quando sento una donna parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco. Non ce la faccio! Non puoi parlare di tattica perché la donna non capisce come un uomo, non c’è niente da fare”. Non bastasse, ha poi fatto il bis in un’intervista a un giornale. “Una frase sessista, zeppa di stereotipi: qualcuno ha spiegato al signor Fulvio Collovati che la Rai ha un contratto di servizio che impone un linguaggio non stereotipato nei confronti delle donne?”, è immediatamente intervenuto il sindacato dei giornalisti Rai, chiedendo anche “se, in assenza di scuse pubbliche, la Rai ritenga di volerlo confermare come opinionista”. Le scuse (debolucce) sono arrivate (“Non volevo offendere”), la Rai ha sospeso per due settimane il commentatore dalla trasmissione. Ma il danno, dalla tv pubblica, è fatto. Costacurta invece a Sky Calcio Sport ha attaccato l’agente e moglie del giocatore Mauro Icardi, per i suoi interventi e commenti nel suo ruolo di manager del marito: “Se fosse mia moglie la caccerei di casa”. E non c’è neppure da ricordare quanti sono i mariti, padri o fratelli manager di grandi sportivi, a cui mai qualcuno si rivolgerebbe così. Ma una manager donna negli spogliatoi, che onta… Ci sarebbe da aggiungere a questa carrellata l’ignobile esibizione di un giovane calciatore, Lorenzo Insigne, vittima sì di uno “scherzo” delle Iene su Italia 1, ma che in tv ha mostrato tutto il machismo violento dell’uomo possessivo geloso solo perché alla moglie – presa a schiaffi, cacciata a dormire sul divano – era stato proposto un provino per un film. Tra i commenti social anche chi, giustamente, annota: “Un uomo che alza le mani, la voce, maniaco del controllo e prepotente non è un uomo. Non avreste dovuto mandare in onda questo servizio. Non dopo che ci si sbatte dietro a slogan e messaggi positivi per far capire a uomini e donne che bisogna scappare e proteggersi da persone così”. Machismo, maschilismo, sessismo. Muscoli a fior di pelle. Sotto i piedi non la parità uomo/donna ma la civiltà dei rapporti tra persone. Tutto alla rincorsa di un pallone. E le donne? Sui social le foto delle tifose stravaccate sul divano, cuore e tattica in attesa del fischio d’inizio. Anzi, in attesa soprattutto del fischio d’inizio del 7 giugno, in Francia, quando la Nazionale di Calcio Femminile disputerà la fase finale dei Mondiali. Perché il calcio femminile italiano, quello che non ha sponsor, quello che la tv manda in onda a tappabuchi, quello dove le calciatrici manco li sognano gli ingaggi dei colleghi uomini, è arrivato nell’empireo dello sport, il cielo più alto. E scusate se è poco.