INCENDIO IN NUOVA TENDOPOLI A SAN FERDINANDO: UN MORTO
“Speravamo di non dover più raccontare episodi come questi ma purtroppo è accaduto ancora”,commenta il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, alla notizia della morte di un migrante nella ‘nuova’ tendopoli gestita dalla Caritas. Della vittima non si conoscono ancora le generalitàal vaglio ora degli inquirenti. Né si conoscono le modalità con le quali è divampato l’incendio che, secondo una prima ricostruzione, si è sviluppato in un angolo della tenda dove erano posizionati i cavi lettrici. La tendopoli, dai media definita nuova, in realtà realizzata alcuni anni fa dalla Protezione civile, è dotata di servizi igienici e presidi sanitari ed è vigilata. E’ stata recentemente ampliata per consentire il trasferimento di una parte dei migranti dopo lo sgombero della vecchia che era sorta a poche centinaia di metri. Uno sgombero dovutodopo la morte, la terza, nel giro di un anno, causata sempre da un incendio, di un profugo senegalese.Tendopoli nella quale vivevano ammassati anche 3000 persone,addette ai lavori nei campi. O meglio, sfruttati da braccianti agricoli senza scrupoli per la raccolta di ortaggi e frutti di stagione nei campi di Gioia Tauro e dintorni. Vittime del caporalato per pochi euro al giorno a fronte anche di 10 ore lavorative, da tempo i migranti chiedevano e chiedono soluzioni abitative alternative capaci di superare l’emergenza delle baraccopoli. Dove i migranti si adattano a vivere circondati da rifiuti di ogni genere, odori nauseabondi, materassi sporchi sistemati alla rinfusa sul pavimento.Baraccopoli che dopo l’ultimo rogo è stata smantellata e abbattuta il 7 marzo scorso. Una morte inspiegabile, quella di oggi anche perché le tende di questa ‘nuova’ sono ignifughe. A prova di fuoco e quindi di morte a causa delle fiamme. Così non è stato. Si è solo spostato il degrado e i pericoli connessi di qualche centinaio di metri, denuncia Nino Quaranta, del comitato Sos di Rosarno. Nulla è stato ancora fatto per garantire un tetto sicuro ai braccianti. Tante le promesse di destinare loro appartamenti confiscati, fatti nessuno
