OCCUPY VERONA. CONTRO IL CONGRESSO DELLE FAMIGLIE CHE GUARDA AL PASSATO

OCCUPY VERONA. CONTRO IL CONGRESSO DELLE FAMIGLIE CHE GUARDA AL PASSATO

Verona. La città scaligera, patria della coppia di innamorati più famosa del mondo, è attualmente sotto i riflettori perché, dal 29 al 31 marzo ospiterà il World Congress of Families XIII, ossia il congresso mondiale sulla famiglia. Riguardo questo evento si è sentito dire tutto ed il contrario di tutto, a partire dai relatori, indicati da una parte come retrogradi pericolosi e dall’altra, ossia gli organizzatori, come persone con uno sguardo sul futuro assolutamente condivisibile, e, sempre gli organizzatori, hanno parlato di fake news a priori, diffuse da agitatori. L’idea del congresso nasce nel 1997 in Russia, ma avrebbe potuto nascere ovunque, poiché le persone che l’hanno proposto provenivano da ogni angolo del globo, ciò che le univa, e le unisce tuttora, erano le idee. Poche, semplici idee, relative al concetto di eterosessualità come principio unico della vita, e sostegno della vita ma solamente della vita che dicono loro. Ma proviamo ad analizzare semplicemente i dati reali, partendo dal sitohttp://www.generazionefamiglia.it/congresso-mondiale-delle…/, in cui si invita la gente ad iscriversi. Ebbene, su questo sito si legge che i relatori saranno, tra gli altri, Lorenzo Fontana, vale a dire il Ministro per la famiglia e la disabilità, ed inoltre Katalin Novak e Theresa Okafor. Iniziando dal Ministro Fontana, varrebbe la pena spendere qualche parola sulle sue posizioni, assolutamente in linea con una idea di famiglia ancorata ad una visione priva di qualsiasi variazione, stocastica, come si trattasse di materia inerte non dipendente dalle volontà delle persona ma da una decisione divina. Posizioni espresse anche nel libro da lui scritto “ La culla vuota della civiltà. All’origine della crisi”, in cui critica aspramente l’aborto e la legge che lo consente, così come dichiara inesistenti le unioni civili e le famiglie cosiddette arcobaleno. E questo già non depone a suo favore, perché un punto di vista personale utilizzato come verità assoluta da diffondere, ricorda molto da vicino un tribunale ecclesiastico che mandò al rogo molte donne nei tempi passati. La mancanza di apertura alle considerazioni altrui, anche solo per respingerle con un dialogo serio e motivato, non significa acume ma piuttosto il suo contrario. Katalin Novak invece è ungherese, Sottosegretario per gli affari della Gioventù e della Famiglia. Tra le azioni di cui si vanta spicca l’inversione della denatalità nella sua nazione, con investimenti mirati alla procreazione, peccato si dimentichi di citare da dove provengono i finanziamenti utilizzati, cioè l’Unione Europea, che contribuisce per il 3,43 al bilancio della nazione magiara, ricevendo in cambio uno 0,69 di contributi. Quando si stringeranno i cordoni finanziari ed i benefici fiscali, forse qualcuno si accorgerà che era meglio pensare alla crescita economica invece che a quella famigliare. Ultima ma non ultima in ordine di importanza, per il congresso, Theresa Okafor, una attivista della Nigeria, divenuta famosa per una proposta di legge che voleva rendere reato le relazioni tra persone dello stesso sesso, le effusioni pubbliche, e la frequentazione di locali LGBT. Non si può non citare tra i difensori dell’evento la pagina “il bene vincerà”, che già dal nome fa comprendere la tolleranza permeante del suo ideatore. Scorrendo alcune considerazioni salta agli occhi la confutazione della teoria del sovrappopolamento mondiale, che potrebbe andare a braccetto con il terrapiattismo in quanto a distanza dalla realtà. A Verona si sono dati appuntamento anche gli oppositori di questo congresso, promettendo manifestazioni e battaglie, chiedendo la partecipazione di chiunque creda che il mondo si fonda sulla pluralità e non sull’assolutismo. Il problema, non avvertito da molti, è che una opposizione violenta a questo evento rinforzerebbe le posizioni e le convinzioni assolutiste dei partecipanti, che si sentirebbero come novelli agnelli sacrificali sul rogo della barbarie. Io andrei volentieri a Verona invece, ma prendendo come colonna sonora “Margherita”, di Riccardo Cocciante, con i suoi secchi di vernice per colorare tutti i muri, e poi “La cura”, di Battiato, un inno all’amore senza definizioni. Proporrei un “Occupy Verona” senza urla ma solamente con musica, canzoni, gente felice. Quanto sarebbe frustrante per i families vedere gente serena e felice camminare per strada senza odio ed ostilità? Quanto soffrirebbero nel vedere ballare i colori uniti, le mani senza divisioni, senza lancio di uova ma solamente di baci? Occupiamo Verona e distribuiamo abbracci, carezze, e non è retorica ma un disarmo, anzi, un disinnescare di tensioni. La violenza è la prima risorsa degli ignoranti, e richiama azioni analoghe, mentre la serenità mette paura, perché isola chi ha rabbia e paura, chi nutre diffidenza e rancora. Occupy Verona ma con il sorriso, nessun contro congresso, perché i sorrisi non vanno contenuti ma diffusi, e lasciamo che chi entra in quel palazzetto osservi all’esterno la gente felice di stare insieme. Se in Portogallo un garofano mise fine alla dittatura, forse in Italia un sorriso metterà fine all’ignoranza.