SALVINI FA VISITA ALL’IMPRENDITORE NEL CARCERE DI PIACENZA. MA I FATTI, QUELLA NOTTE, SONO ANDATI DIVERSAMENTE

SALVINI FA VISITA ALL’IMPRENDITORE NEL CARCERE DI PIACENZA. MA I FATTI, QUELLA NOTTE, SONO ANDATI DIVERSAMENTE

Salvini sta raccogliendo applausi tra i suoi informatissimi elettori per aver fatto visita in carcere a un imprenditore condannato a 4 anni dai giudici – che ovviamente sono dei pazzi – per essersi difeso durante una rapina, ferendo l’aggressore. E uno farebbe pure bene a incazzarsi. Ma come: mi rapinano, mi minacciano, rischio la vita, reagisco, il bandito viene ferito, e io sono quello che deve pagare? Per essermi difeso? Già. Ci sarebbe da indignarsi. Se le cose fossero effettivamente andate così. Ma le cose sono andate in maniera leggermente diversa. Quella sera non avvenne nessuna rapina. Per chiarire: se entri in un negozio e con un coltello minacci la cassiera di darti i soldi altrimenti l’ammazzi, è rapina. Se nello stesso negozio rubi i soldi o la merce senza che nessuno se ne accorga, è furto. Quella notte nel cantiere del signor Angelo Peveri non c’era nessuno. Nessuno doveva “difendersi” da alcuna minaccia. Si trattò di un tentativo di furto. Cioè di tre delinquenti che si intrufolarono per rubare del gasolio. Reato per il quale sono previsti fino a 6 anni di galera. Per il ladri, non per la vittima. Quella notte però la vittima del colpo, allertata dall’antifurto, decise di intervenire di persona con un fucile a pompa. Sparò e ferì un uomo a un braccio. Poi ne trovano un altro di ladro. L’uomo si arrese subito. Fu fatto mettere in ginocchio, le mani dietro la nuca. Quindi fu picchiato violentemente, mentre era inerme, la sua testa sbattuta contro un sasso più e più volte. E infine sparato al petto con il fucile a pompa (sopravviverà).Tutto questo per aver cercato di rubare delle cose. Del gasolio. Ecco, questa è la ricostruzione dei fatti. Ed è su questa che bisogna ragionare. La legge avrebbe punito quel ladro con il carcere. Ma il signor Peveri ha voluto fare da sé e assumersi la responsabilità di comminare una pena più alta per il reato di furto: lesioni e fucilata in ginocchio (ma dice che gli è scappata). Ha fatto bene a trattare un ladro come un rapinatore armato? O come un assassino? Vogliamo ritenere che sia giusto punire con una esecuzione sul posto chi ruba le cose? Massacrarlo e sparargli in pieno petto? Io posso anche essere d’accordo. Dico sul serio. Però, amici miei, andatevi a nascondere tutti. Che qui fra evasori fiscali, corrotti, falsi invalidi, truffatori, topi d’appartamento, clienti che rubano capi d’abbigliamento nei camerini e politici che rubano 49 milioni di euro, di ladri ce ne sono un bel po’ in Italia. E se la pena di morte deve valere per un ladruncolo di gasolio, deve valere anche per i ricchi ladri di Stato e per i ladri di ogni giorno che credono di essere migliori degli altri ladri solo perché lo fanno con le mani pulite. Il furto è furto. E se dite che sia giusto fucilare sul posto un ladruncolo di gasolio, e poi acclamate e adorate il segretario di un partito che ha rubato 49 milioni, forse siete solo un po’ ipocriti.