SIAMO PIÙ STUPIDI DEI NOSTRI NONNI: LO DICE LA SCIENZA
Che l’essere umano medio del XXI secolo non brilli per intelligenza, lo si può desumere semplicemente dalle notizie di attualità di TeleArena o dai commenti sotto a un qualunque post pubblico di Facebook. Ma pare che questa facile deduzione sia supportata anche dalla scienza. Era il 1987 quando James Flynn,professore emerito all’università di Dunedin in Nuova Zelanda, scoprì che i bambini del 1972 erano più intelligenti di quelli del 1947. Il quoziente intellettivo dei primi, infatti, era superiore a quello dei secondi di ben 8 punti. Questa scoperta, confermata poi da altri studiosi, venne chiamata “effetto Flynn”, definendo così la tendenza per cui, con l’aumentare degli anni, aumenterebbe anche il nostro QI.Nel 2004 però, attraverso alcune ricerche empiriche, i ricercatori dell’università di Oslo si resero conto che dal 1970 al 1993 questa tendenza aveva subito un rallentamento: il QI continuava ad aumentare, ma di meno punti rispetto ai decenni precedenti. Nel primo decennio degli anni Duemila ha addirittura cominciato a decrescere: oggigiorno, il QI diminuisce mediamente dello 0,25-0,50 da un anno all’altro.“Mentre abbiamo arricchito l’ambiente di apprendimento dei bambini in età preadolescenziale, quello degli adolescenti non è stato arricchito” commentava dieci anni fa lo stesso Flynn, osservando la caduta del QI dei giovani britannici del 2000 rispetto ai coetanei di 30 anni prima.“Fino ai nove o dieci anni, la famiglia ha un’influenza molto forte (…) A partire da quell’età i bambini diventano più autonomi e passano più tempo con i propri coetanei- proseguiva Flynn- Ciò che sappiamo è che la cultura giovanile è più orientata a divertirsi con giochi per il computer che a leggere o intrattenere conversazioni”. E se questa ultima affermazione è vera (e lo è senza dubbio), non osiamo immaginare di quanto crollerà il QI nei prossimi decenni.
