“TEMO IL SILENZIO DEI GIUSTI” ( MARTIN LUTHER KING)
Non si salva nessuno: Destra, Sinistra, Centro e un Movimento che non hanno alibi e a cui non può essere concessa nessuna attenuante. I partiti politici, però, sono espressione del cittadino votante e, per quanto abbiano impedito la libera espressione di voto con i vari porcellum, rosatellum di incostituzionalità legalizzati, la classe dirigente del paese l’abbiamo votata noi. Ergo, noi non abbiamo attenuanti .E perseveriamo. Certo, il 4 marzo scorso in buona fede in undici milioni, me inclusa, abbiamo dato mandato a una forza politica, fino al giorno prima all’opposizione col Vaffa day, per cambiare il Paese. Sapevo ci fossero lacune programmatiche e inevitabili inesperienze. Come tanti ho confidato nei presupposti cardine del Movimento sbandierati e dati come elementi costitutivi imprescindibili. Di Matteo il putto fiorentino non mi fidavo né dei suoi sodali. Degli “Ismi” di destra non volevo sentirne, geneticamente allergica a ogni fascismo e razzismo e opportunismo. Mi ritrovai dopo 15 giorni a vedere cose che noi umani non avremmo mai immaginato di constatare. Un Contratto Lega/ Cinquestelle. Per il bene dell’Italia ci fu detto. In tempi non sospetti, io, tanti altri , come Cassandre inascoltate, gridammo non solo il disappunto ma il vaticinio delle successive discese agli inferi di ciò che era nato per distruggere il vecchio e invece ne era divenuto la stampella più importante. Oggi dopo Due Mattei e un Gigino dopo il Nicola di una millantata resurrezione dubito dopo smentita dalle spoglie elettorali , cosa resta? Cosa resta di un popolo? Di una Nazione? Di cittadini stanchi e arrabbiati? Una malattia terribile resta che ha colpito l’Italia. Un cocktail balordo di corruzione, indifferenza, apatia, malcostume, bigottismo e silenzio…tanto silenzio. Quello coperto dagli strepiti populistici vuoti e meschini… Quello che consente a un dieci per cento di dire di avere vinto le elezioni. Quello che fa commettere impunemente i più orrendi misfatti perché correo e complice. Quello della stanchezza che si trasforma in rassegnazione al peggio. Quello che tace gli abomini e indurisce gli occhi e il cuore. Quello della Storia quando capisce che è giunto il momento di tornare a chiamarsi Preistoria quando l’homo era lupus homini, prima di tornare alla civiltà. Quello che anche oggi mi fa con terrore ripetere: “Non temo le parole dei violenti, ma il silenzio dei giusti” ( M.L.King)
