A PROPOSITO DI CAUSE ED EFFETTI
Quando ormai 18 anni fa feci l’esame di Logica, il professore dell’epoca, dall’azzeccatissimo nome di Malatesta, ci spiegò alcuni degli errori che più spesso sifanno nei ragionamenti. Riuscì a mantenere alta l’attenzione perché era molto simpatico e ci annunciò che conoscere questi trucchi ci avrebbe evitato di prendere un palo dalle ragazze o dai ragazzi, in quanto avremmo sempre saputo fare le corrette inferenze, passando da una prima proposizione vera via via alle giuste conclusioni. Purtroppo con le ragazze non ci servì molto, visto che la scemità dei 18 anni – e non solo dei 18, purtroppo – faceva sì che ci schiantassimo sempre contro un muro nonostante tutte le evidenze. Una volta ci sottopose la seguente affermazione: “Se piove, si bagna per terra”. Tutti d’accordo, no? Poi aggiunse: “Bene, è bagnato per terra. Che conclusione ne traete?” E noi tutti, in coro: “Che ha piovuto”! Ci guardò con un’aria sorniona e disse: ci siete cascati. E ci spiegò che questo è uno degli errori che più frequentemente si fanno nella vita, che la logica teorizza come “fallacia argomentativa dell’affermazione del conseguente”. In sostanza si fallisce il ragionamento perché dall’affermazione di un effetto si evince l’esistenza di una certa causa. Ma un effetto può avere più cause! Per cui la strada può essere bagnata perché qualcuno ha annaffiato le piante, è passata la spazzatrice etc. Nella nostra quotidianità facciamo continuamente inferenze sbagliate: “Se le piaccio, visualizza la mia storia”. “Ha visualizzato la mia storia, allora le piaccio”. Ma manco per il cazzo, ti stava sfottendo a casa con le sue amiche… La politica, poi, è piena di inferenze sbagliate. Esempio: “Se ci mobilitiamo, cambiamo le cose. Ma le cose non sono cambiate. Quindi mobilitarsi non serve”. Quante persone avranno fatto questo ragionamento dopo un corteo, finendo per abbandonare? Magari semplicemente non ci siamo mobilitati bene, o abbastanza a lungo, o con i soggetti giusti. Oppure: “Se andiamo in Parlamento cambiamo le cose. Ma le cose non sono cambiate. Quindi in Parlamento non si possono cambiare le cose”. Da qui l’idea che le istituzioni non servano a nulla. Ma il ragionamento è fallace perché chi è andato in Parlamento faceva schifo, o non aveva connessione con le masse o si è fatto fare dalla Lega… Tutto ciò per dire cosa? Be’ un po’ per commemorare un grande prof. da poco scomparso, un po’ per dire che la filosofia serve quindi DATECI UN CAZZO DI LAVORO CHE POTREMMO FARVI FARE MENO STRONZATE e un po’ per ricordare che, anche se i social ci portano a esprimerci di getto, come facemmo noi 18enni, bisogna essere vigili, analizzare gli effetti nella complessità delle cause che possono averli prodotti. Altrimenti, pensate un po’, potremmo persino arrivare a credere che se non abbiamo una casa, un lavoro o una vita decente, la colpa è degli immigrati, e votare chi ci promette di cacciarli… Una roba manco da 18enni, proprio da cretini.
