CHE IMPICCIONA NONNA SANT’ANNA
Domenico Alfani, il cui capolavoro è la Pala di san Girolamo per la Sapienza Vecchia di Perugia, amico e collaboratore di Raffaello riuscì ad aggiornarsi sulle novità manieristiche che stavano emergendo a Firenze grazie ad Andrea Del Sarto e Fra Bartolomeo come si può vedere nella bella Pietà dipinta in una lunetta probabile cimasa di una perduta pala. LaGalleria Nazionale dell’Umbria, oltre a queste e altre opere, di Domenico Alfani custodisce un’Adorazione del Bambino nel Presepe con la presenza inconsueta di sant’Anna. Una figura ingombrante al centro della scena che offusca tutte le altre, sembra voglia spiaccicarle ai margini del quadro invadente fisicamente e nei gesti con quelle braccia allargate. Mentre sul far della sera gli altri pregano concentrati sul figlio di Dio; lei seminascosta dal fazzoletto in testa dal quale sbucano il naso pronunciato e la schucchia mostra di pensare ad altro, davanti al ginocchio ha preparato un fasciatore, nella mano sinistra sembra averne un altro con l’altra da l’impressione di voler intingere il dito in un gran vassoio per sentire la temperatura dell’acqua che contiene. Da nonna e mamma impicciona pare proprio sul punto di dire: “Basta figlia mia; ma stai sempre in ginocchio a pregare? Dai, alzati, non vedi che tra poco è buio? ‘Sto figliolo è ora che va a nanna, prendilo in braccio e portalo qua, ti faccio vedere come si fa il bagnetto e si mettono i fasciatori, dopo lo mettiamo nella mangiatoia e si fa una bella dormita”.
