L’AMICIZIA VA OLTRE LE DIFFERENZE

L’AMICIZIA VA OLTRE LE DIFFERENZE

Sul 62 salgono due ragazzini, più o meno di quindici anni.Siedono uno di fronte all’altro, uno è proteso, la schiena a quarantacinque gradi verso le ginocchia dell’altro, dove l’altro ha messo la cartella.– No, i miei non lo sanno che esco ora.È quasi mezzogiorno, il sole non è così caldo.– Andiamo da me? – prosegue quello proteso – le mani appoggiano sulla cartella.Ha un ciuffo che gli cala sugli occhi, dei due è lui che ha l’aria del bambino, e non quell’altro che è rigido, sembra non si muova.– Ce l’hai internet?– Sì, ho tutto. Internet, il wi-fi…– La Play?– No, la Playstation me l’ha sequestrata mio padre… – dice con rammarico il ragazzino proteso, potesse gli prenderebbe il mondo.– Ci vuole ancora mezzora circa – dice poi, e gli sale la felicità del momento che si avvicina, il sorriso gli esce fin dagli zigomi.L’altro è fisso.Ciuffo gli prende dalle mani gli occhiali da sole, li mette: Come sto? – e non aspetta la risposta, paciocca gli occhiali, li accarezza, come se gli entrasse nella pelle delle dita l’odore dell’amico.– E poi mio padre mi ha chiesto: «Sei diventato tanto amico di quel tuo compagno marocchino, no?» – il sorriso è birichino, una punta d’imbarazzo, che subito scaccia dicendo: «Egiziano! – gli ho detto – È egiziano, non marocchino».Sale una donna, le cedo il posto, mi avvicino e vedo in viso il ragazzo rigido.E scopro che sorride anche lui.Dice qualcosa che non capisco, parole che muoiono tra le labbra, Ciuffo invece capisce e chiede: E tu che gli hai detto?L’altro mima un gesto osceno, Ciuffo finge di dargli uno schiaffo, che in realtà, dal tempo che le dita impiegano a scorrere la guancia, è una carezza, dicendo: Che piciu!L’autobus costeggia il parco della Pellerina, Ciuffo dice: Dovremmo venirci.– È bello?– Veniamoci, una domenica.E poi passano a conoscersi sui gusti in cucina, l’egiziano dice che non mangia maiale, Ciuffo gli chiede invece del cavallo, neppure il cavallo mangia l’egiziano.– Minchia, ma non mangi un cazzo – dice il ragazzino.– Perché, tu il cavallo lo mangi? – e vedo che la rigidità è soltanto nel corpo, la schiena è diritta ma gli occhi sono soffici come il sole di primavera, e quando l’altro, il piccolo, gli prende una mano, questo, che dà l’idea di essere più grande, lo lascia fare.– Scendiamo a Massaua, venti minuti e ci siamo – aggiorna Ciuffo.