LE GIOIE DELLA MATERNITA’ E L’OTTUSITA’ DELLA BUROCRAZIA. OVVERO MAMME CONTRO LO STATO
Valentina Russo, neomamma, doveva partecipare alla preselezione per il tfa disostegno all’università Bicocca di Milano.Dopo aver aspettato due ore, essere finalmente entrata e aver effettuato il riconoscimento, le hanno detto che non avrebbe potuto lasciare l’aula per allattare e che neppure sarebbe potuta entrare la bambina per essere allattata: bambina di un mese.Lei ha dovuto rinunciare all’esame (che non si sa se e quando avrò di nuovo luogo), e in più ha perso i 100 euro dell’iscrizione.Denunciata la vicenda, la Bicocca risponde che loro sono tanto sensibili e attenti ecc ecc, che in casi del genere l’esaminanda viene spostata in un’aula apposita, e che la colpa è di Valentina: «perché la commissione è stata avvisata solo dopo la fase di riconoscimento e l’ingresso in aula».A parte il fatto che accompagnare in un’altra aula la ragazza si sarebbe potuto fare facilmente e non è impresa epica, ma qual è il problema se lei avesse allattato durante la prova? Si sarebbero distratti o turbati gli altri?Non essere in grado di far fronte a un piccolo imprevisto è proprio degli ottusi e di una società, quella che abbiamo costruito, ugualmente ottusa.Io qui vedo due cose:– intanto, la maternità e tutto quello che vi è collegato sono diventati un problema– poi – dal mio punto di vista questione ancora più grave – non siamo più capaci di dare risposte non codificate, e una società che non è elastica è un assurdo, perché quello che ha consentito all’essere umano di arrivare dalle caverne alla Luna è proprio l’elasticità mentale, l’adattabilità, la predisposizione a reagire in modo creativo alle sfide. Torneremo nelle caverne. Dove magari ci sentiremo più a nostro agio e ricominceremo a rispettare la maternità.
