MADRE SESSANTENNE FA NASCERE IL PROPRIO NIPOTE: QUALCHE PERPLESSITÀ

MADRE SESSANTENNE FA NASCERE IL PROPRIO NIPOTE: QUALCHE PERPLESSITÀ

Non amo le ipocrisie. Credo nell’autodeterminazione e nella libertà personale – che è legittima fino a quando non lede quella altrui. Credo anche che le storiesi debbano conoscere, prima di commentarle. Sapete come la penso sulla GPA: non potrei mai essere una madre portatrice perché sono una madre “mammifero”, carnale, con un rapporto animale con i cuccioli. Questo non significa però che il mio modello di maternità sia quello “giusto”. Quindi, se la GPA avviene grazie a donne generose e uomini consapevoli, nulla in contrario. Trovo anche molto giusto che la madre donatrice e la portatrice non siano la stessa persona e che i bambini possano mantenere un legame con le loro mamme di pancia, anche se i genitori sono altri. Sul fatto, però, che una madre sessantenne si presti a fare da portatrice per il figlio – o per la figlia eterosessuale – ho delle sincere perplessità. Fermo restando che non grido all’orrore e che sicuramente si tratta di una famiglia piena d’amore e di persone sane di mente, auspico comunque che siano stati e siano seguiti da bravi specialisti che li aiutino a gestire i rapporti col nascituro. Noi amiamo ciò che conosciamo, ma tanti livelli di complessità da gestire non sono semplici e non tutti sono in grado di gestirli e di aiutare un bimbo a gestirli. Credo fermamente che la GPA dovrebbe essere regolamentata perché no, non è una pratica naturale. È una pratica possibile e che può avere un outcome assolutamente positivo ma, perché sia così, servono grandi capacità intellettive, emozionali e relazionali. Perché si, ci sono di mezzo bambini. E no, non tutto dovrebbe essere possibile.