NOTRE DAME. LA DISCUSSIONE PUBBLICA IN ITALIA STA DEGRADANDO COME MAI PRIMA
La vicenda di Notre Dame ha prodotto una fiammata di ritorno e immateriale, altrettanto impressionante di quella reale, coinvolgendo in primo luogo chi ha maggiori responsabilità nella discussione, come i media, i docenti universitari, la classe dirigente tutta. Un grande giornale come “la Repubblica” ha titolato in prima pagina “Notre Dame non c’è più”, a dispetto del fatto che la cattedrale è ancora lì. E su un altro versante una notevole quantità di intellettuali con simpatie sovraniste ha prodotto pensieri e parole del tutto sconnessi con la realtà. Esemplare il tweet a caldo del professor Marco Gervasoni: “Anche se non fosse doloso, l’incendio è la più terribile metafora della Francia atea, progressista, liberal-libertaria, senza radici e senza identità, che Macron rappresenta”. Sfugge il nesso tra incendio e progressismo ma quel che conta sottolineare è che su versanti opposti la discussione pubblica sta prendendo una deriva sempre più chiara e preoccupante: i fatti e la realtà? Un optional
