NOTRE- DAME. LE INNUMEREVOLI SCIOCCHEZZE E LA DISABITUDINE AL PENSIERO

NOTRE- DAME. LE INNUMEREVOLI SCIOCCHEZZE E LA DISABITUDINE AL PENSIERO

Come deve essere bello vivere in una dimensione mentale in cui se scoppia un incendio da qualche parte nel mondo e se ne ha notizia in televisione, per forza deve averlo appiccato qualcuno intenzionalmente; e se gli esperti lo negano è perché c’è un complotto. Come deve essere rassicurante credere che la natura sia buona per default e sostanzialmente sotto il controllo umano e che dunque sia solo questione di ostacolare i malvagi, quando ci va, e non di operare il bene, tutti noi, quotidianamente, con difficoltà e intransigenza, anche con la forza, per non soffrire le inevitabili conseguenze del caso e della sorte. Per salvare il mondo non basta la riprovazione: serve impegno e l’impegno richiede competenza, studio, dolorose autocritiche e fastidiosi negoziati o compromessi (la politica, la democrazia), altro che frettolosi sospetti, ingenui sillogismi, pregiudizi mai verificati. L’impegno richiede responsabilità, che è volontà di farsi carico del peso di una scelta ma solo dopo avere fatto la fatica di documentarsi, solo dopo avere messo in dubbio i propri schemi interpretativi, solo con l’umiltà di chi conosce i propri limiti e le qualità degli altri.Le innumerevoli sciocchezze che ho letto in questi due giorni sui social a proposito dell’incendio di Notre-Dame rivelano una tragica e diffusa disabitudine al pensiero e, appunto, all’impegno, alla scelta e alla responsabilità, di cui ovviamente si approfittano il potere finanziario e i suoi media. Così trionfa il liberismo: usando ogni pretesto per indurre la gente alla superficialità, perché fino a quando tutto sarà virtuale e le cazzate saranno indistinguibili dalle esperienze e dalle capacità, a imporsi saranno sempre i ricchi e i prepotenti, anzi i peggiori fra di essi. La legge della giungla e il darwinismo sociale convengono solo a loro, al pari delle emozioni a telecomando e del bisogno di scaricare le proprie frustrazioni con la rabbia individuale invece che con l’azione organizzata e la solidarietà.L’irrazionalità è una componente ineliminabile della psiche umana e utile per temperare l’hubris della ragione. Oggi però il neocapitalismo l’ha liberata, annientando le istituzioni che per secoli l’hanno imbrigliata, tutto per far fare più soldi a miliardari senza particolari doti: per cui chi li combatte non può più permettersela. O la nostra resistenza sarà fondata sul rigore, sulla lucidità, sulla preparazione e sulla morale, o non sarà.