PAOLO, LO CHEF MALATO DI SLA: “INVESTITE NELLA RICERCA ANZICHÉ NEL TAV”

PAOLO, LO CHEF MALATO DI SLA: “INVESTITE NELLA RICERCA ANZICHÉ NEL TAV”

Lotta con tutte le sue forze, Paolo.Poche, pochissime quelle fisiche, incommensurabili quelle dello spirito e della mente. Ha 21 anni e non si arrende a quella terribile malattia degenerativa che giorno dopo giorno mina ogni parte del suo essere.E’ stato colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica, meglio nota come SLA,la ‘bastarda’, o la ‘stronza’ come la chiamano coloro che ne sono affetti. Colpisce i motoneuroni, ovvero quei neuroni addetti alla trasmissione degli impulsi del cervello verso i muscoli. Tutti i muscoli che lentamente si atrofizzano rendendo impossibile anche attività semplici come il linguaggio, la deglutizione e la respirazione. Paolo vive quest’inferno da tre anni, nella sua casa a Oristano.La sua è una non-vita ma lui vi è aggrappato con i denti e con le unghie, deciso a cambiare le cose per se stesso e per gli altri. Si è persino candidato alle recenti regionali perché la politica, sostiene, è l’unica via per influire davvero sulla vita delle persone. Ha un diploma di chef appeso al muro, tante le ricette da sperimentare nel cassetto.E’ terribile per Paolo assistere allo stato degenerativo del suo fisico mentre i suoi sogni non invecchiano e chiedono di essere realizzati.E’ giovane (il più giovane malato di Sla d’Europa),non si arrende ad una malattia per la quale non esiste alcuna cura. Solo qualche speranza, anche se molto remota e ancora tutta in divenire. E’ a quella che si aggrappa Paolo, alla cura Brainstorm, la terapia a base di cellule staminali mesenchimali che stanno sperimentando negli Usa e in Israele. Servono soldi, molti soldi, circa 500mila euro per tentare la cura così lontano da casa. Essere inserito in quella sperimentazione diventa l’unico pensieroche gli restituisce una ragione valida per non arrendersi. Lancia dapprima un video-appello su Facebook, racconta la sua storia, un dramma che commuove migliaia di persone. Lo stesso appello vienerilanciato al presidente Mattarella, ai ministri Di Maio e Salvinie a chiunque abbia voce e mezzi per dare voce a chi voce non ha, come lui. E per rendere più forte e chiara la sua richiestainizia lo sciopero della fame,giunto oggi al nono giorno.“Investite nella ricerca, invece che nel Tav”, incalza Paolo, deciso ad andare avanti. Diverse istituzioni sarde hanno raccolto la sua richiesta d’aiutoma è dal governo centrale che il giovane aspetta un segnale. “Conosciamo il caso di Paolo Palumbo, stiamo seguendo da vicino la vicenda, ma è una questione molto delicata e bisogna essere cauti”, fanno sapere dal ministero della Salute. Cautela e tempo che Paolo però non può permettersi.“Basterebbe una telefonata del nostro governo al Centro di Israele i soldi non sono un problema, si possono recuperare. Chiediamo alle istituzioni di non lasciarci soli in questa battaglia”, dice il fratello Rosario,gambe braccia e voce di Paolo. Una corsa contro il tempo, domani è il 10° giorno dello sciopero della fame. E quella risposta non si sa quando e se arriverà