QUANDO L’AMORE SALVA. VERONA, REGGIO CALABRIA E IL DONO DI UN RENE
Verona. Reggio Calabria. Nord, Sud. Due città italiane, due punti cardinali, due concezioni diverse del vivere, due ritmi che non potranno mai combaciare. Quale parallelismo quindi? Il solito, quello politico, quello di una doppia velocità? Quello che ” prima il Nord” o quello ” Vesuvio lava il napoletano” ? Saremmo completamente fuori strada a pensare a tali odiose differenziazioni. Il trade union stavolta è l’Amore. In una Italia dilaniata dall’incertezza, in cui fomentare l’odio è lo sport preferito da chi predilige il “comandare” al ” governare”, logorata da anacronistici rigurgiti di autoritarismo, sconfitta nelle legittime aspettative di rinascita, l’Amore che fa capolino e illumina in mezzo al tunnel buio, è un vero miracolo. Come quei fiori che ostinati, irriverenti, caparbi nascono in mezzo al cemento, fra le crepe indurite da cui respira la terra, nella sabbia arida del deserto, attingendo linfa da se stessi. Una donna a Nord. Un uomo a Sud. Anche in questo l’Amore è stato grandioso, regalando una par condicio che non necessita di quote rosa o azzurre. Una moglie a Verona. Un marito a Reggio Calabria. Fine febbraio la vicenda veronese. Di pochi giorni fa quella calabrese. I coniugi a combattere da anni contro dei mali che avevano logorato i loro reni. Dialisi, un calvario quotidiano contro la malattia, la burocrazia che da nord a sud impera sovrana e la sofferenza che non si riesce ad estirpare dal volto di chi si ama. Vederne il sorriso che un tempo celebrava la Vita, spegnersi lentamente al ritmo di un cuore che resiste solo per Amore e non essere in grado di pronunciare più con convinzione: _ci sono io al tuo fianco_ Subdolo il male cancella il passato e si nutre del presente e la malattia incede imperiosa in attesa di esultare vittoriosa. File, cure, esperimenti, speranze e poi delusioni. Sperare in una morte affinché il tuo amore viva, allorché l’unico rimedio diviene il trapianto. E giorno dopo giorno, mentre l’attesa diviene snervante, maturare un’idea. È un puntino nella mente. Una meteora di passaggio, poi essa attecchisce. Non va più via. E si elabora un progetto. Infine diviene l’unico obiettivo da raggiungere a tutti i costi.Divenire donatore. Donare il rene al proprio partner.Non basta l’esplicitazione della volontà di donare. La legge a riguardo in Italia, è molto rigida e presuppone oltre a un protocollo di diagnosi severe e approfondite, anche un iter di indagini psicologiche su motivazioni e sulla comprensione delle conseguenze che possono verificarsi nel prosieguo. Ma l’Amore va oltre il senso fatto palese di una norma. Determina e agisce. Così a Verona prima e un paio di giorni fa a Reggio Calabria, trionfa. E sbeffeggia il mondo, in mezzo agli egoismi di ogni risma, si erge luminoso.Biagio Salerno e Concettina Giunta di Serra San Bruno ( VV) sono adesso ricoverati in due camere diverse, perché diverso il decorso post operatorio, degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Presto potranno riabbraciarsi come ha già fatto la coppia veronese. Belle queste notizie che brillano in un panorama nazionale cupo e inaridito. Bello il sapore del dono che salva, che non salva solo chi dona e chi riceve, ma tutti noi che torniamo a respirare, finalmente, folate di umanità.
