SALVINI E DI MANIO FANNO GLI INTERESSI DELLE ELITE
Che non si fa antifascismo accontentandosi di lucidare le pietre d’inciampo e di appendere corone sotto le lapidi dei partigiani ma difendendo il lascito dei partigiani che è la Costituzione Repubblicana e il diritto all’esistenza libera e dignitosa che intendeva assicurare a ciascuna e ciascuno di noi. Quel diritto costato il sangue delle vittime e dei partigiani è stato cancellato dalle leggi liberticide che hanno impoverito e reso precari i lavoratori, che impediscono loro di protestare, che hanno subordinato i bisogni delle persone a quelle dei mercati, che hanno ordinato la cessione ai privati dei beni pubblici, invertendo l’ordine delle cose disposto dalle partigiane e dai partigiani: la sovranità appartiene al popolo e non alle élite, ai molti che si sono impoveriti e non ai pochi che si sono arricchiti grazie alle leggi che hanno legalizzato lo sfruttamento. A raccontare che Salvini e Di Maio rappresentano e fanno gli interessi di quelle medesime élite e lo fanno con la flat tax che avvantaggia i ricchi, in linea con le politiche dei governi precedenti che hanno ridotto gli scaglioni di reddito in base ai quali si pagano le tasse, a partire dal 1986, da 32 a 5, pretendendo che i ricchi e i poveri fossero sulla stessa barca, i ricchi al timone, poveri ai remi, i poverissimi ammassati nella stiva e gettati in mare. Salvini e Di Maio fanno gli interessi dei medesimi palazzinari e ricchi industriali affidando ai privati l’edilizia pubblica, la concessione di trivellare, costruire, attraccare con le loro navi da crociera, produrre e vendere armi che noi potremo generosamente acquistare per legittimamente difenderci sparando ai disarmati e saremo obbligati ad acquistare, che come ha spiegato il sottosegretario 5 Stelle Tofalo gli F35 ci servono, e ci serve una Nato che ci obbliga a investire in armi il 2 per cento del nostro pil, riservando le briciole alla sanità, alla scuola, alla messa in sicurezza del territorio. A raccontare che Salvini e Di Maio fanno gli interessi di chi si arricchisce a spese dei lavoratori reintroducendo i voucher, consentendo come hanno fatto i governi precedenti che i lavoratori siano ingiustamente licenziati e assunti a termine senza un motivo, “senza causale”, e poi mandati a casa e sostituiti con lavoratori più freschi e obbligati, nella speranza del rinnovo del contratto, a essere sottomessi e compiacenti. Salvini e Di Maio fanno gli interessi dei più ricchi regalando soldi alle imprese che assumono lavoratrici e lavoratori obbligati dalla legge ad accettare lavori precari – quali ormai senza articolo 18, sono tutti – a centinaia di chilometri da casa per uno stipendio di mille euro se non vogliono perdere il magro sussidio arbitrariamente chiamato “Reddito di cittadinanza” che già che ci siamo li obbliga nel mentre a lavorare gratis, senza contributi pensionistici e diritti, per 8 ore alla settimana, ennesima trovata dopo l’alternanza scuola-lavoro per piegarci al lavoro gratuito. Salvini e Di Maio fanno gli interessi delle multinazionali adoperandosi per ratificare i trattati di libero scambio imposti dalle lobby finanziarie e costringendo i lavoratori al lavoro domenicale e festivo, in barba alle promesse fatte, nei supermercati e nellevcatene dell’abbigliamento low cost che è il solo che i lavoratori medesimi possono permettersi di acquistare, ai danni di altri lavoratori privati dei loro diritti in paesi lontani che non ci riguardano, perché noi siamo europeisti, oh, mica internazionalisti: non esageriamo con le larghe vedute progressiste, eh, che comunque ci piace rinchiuderci in un confine, in una piccola patria qual’è l’Europa in Terra che marchi la distanza tra noi e i miserabili del terzo mondo. Salvini e Di Maio fanno gli interessi dei ricchi che lucrano sulla detenzione dei migranti, esseri umani obbligati a non lavorare per mesi, a vivere segregati senza aver commesso alcun crimine, a lavorare poi solo con contratti di serie b riservati ai richiedenti asilo quali sono tutti i migranti perché non c’è altro modo per venire qui o altrove a cercare lavoro, che mica i migranti del sud del mondo sono liberi di fare come noi che prendiamo l’aereo per andare a fare i camerieri a Londra e i ricercatori a Berlino. Salvini e Di Maio ottengono così un doppio beneficio: la riconoscenza di quei ricchi e la creazione di un disagio da esibire come una minaccia per la sicurezza nazionale, e convincono quelli che non si sentono al sicuro, quelli che hanno paura pure se a fargli paura non sono i migranti ma la propria condizione di vita: la magra pensione, il lavoro precario, i soldi che non bastano per curarsi, tutte circostanze che non dipendono affatto dalla presenza degli immigrati ma dalla presenza delle leggi che consentono di pagare poco e saltuariamente i lavoratori, che li obbligano ad andare in pensione più tardi, leggi che hanno scritto e approvato i politici come Salvini e Di Maio – e Berlusconi, Bossi, Bersani, Monti, Renzi… – e non certo i migranti e nemmeno i sindacati ai quali Salvini e Di Maio come Berlusconi e Renzi imputano la responsabilità del peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori: sindacati che hanno la responsabilità di non aver lottato abbastanza contro le leggi ingiuste che non loro ma Salvini e Di Maio – e Berlusconi, Bossi, Bersani, Monti, Renzi.. – hanno approvato o hanno ereditato decidendo di mantenerle in vigore invece che abrogarle. Salvini e Di Maio che fanno gli interessi dei ricchi piegandosi ai dictat della Commissione Europea, avendo del resto la Lega di Salvini votato a favore di tutti i trattati che hanno messo i paesi europei in competizione tra loro, imponendo ai lavoratori di ogni paese condizioni di vita e di lavoro sempre più sfavorevoli per vincere la competizione tra le singole nazioni ribassando il costo della manodopera in ciascuna Nazione. Tutti i trattati, esatto, da Maastricht al Pareggio di bilancio in Costituzione per la cui approvazione tanto si spese il leghista Giorgetti passando per la Costituzione Europea. L’euro, del resto, entra in vigore con la Lega al governo, favorevole e plaudente. Salvini e Di Maio che come Mussolini cercano il consenso della parte più ricca e retrograda della chiesa cattolica, utile motore di propaganda e formidabile diversivo, patrocinando l’indegno Forum delle Famiglie di Verona, non intervendo sulla legge che impedisce agli omosessuali e ai single di adottare e ricorrere alla fecondazione, negando il diritto all’aborto nella sanità privatizzata e infestata di obiettori (sono favorevole all’obiezione di coscienza, favorevole a che i vegetariani siano liberi di non mangiare carne e i preti di astenersi dal sesso: ma se vuoi fare l’obiettore fai il ginecologo nel tuo studio o il dermatologo in un ospedale pubblico perché lo Stato deve assicurare alle donne il loro diritto e non può pagarti per il tuo gusto di negarlo). E dividendo le droghe tra giuste e sbagliate, da una parte l’alcol, il tabacco, i fans e tutti gli psicofarmaci che sono ok perché fanno male alla salute ma ci guadagnano le multinazionali, dall’altra le altre droghe che se sono illegali ci guadagna la Mafia così accontentiamo tutti. Salvini e Di Maio che, in linea con le scelte dei governi che li hanno preceduti, hanno proseguito l’opera di sistematica demolizione della Costituzione Repubblicana frutto della lotta delle partigiane e dei partigiani e mantenuta viva, per decenni, dalla lotta dei lavoratori e degli immigrati. Gli immigrati che nei decenni del dopoguerra hanno lasciato i paesi poveri per cercare fortuna in quelli ricchi e mandare i soldi a casa, nella speranza di potersi un giorno ricongiungere alle proprie famiglie. Gli immigrati che hanno occupato a migliaia le fabbriche e i campi per rivendicare migliori condizioni di lavoro e di vita e che con la lotta le hanno ottenute: lo Statuto dei Lavoratori, la Scala Mobile che garantiva il potere d’acquisto dei salari, il diritto alla cura grazie all’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.Gli immigrati che allora come oggi parlavano un’altra lingua incomprensibile e cucinavano cibi strani e indigeribili e veneravano diverse divinità che portavano in processione e festeggiavano onomastici piuttosto che compleanni e puzzavano di fatica e per questo non si affittavano le case ai meridionali. Ieri a Londra a raccontare tutto questo facendo battute, che una volta bastava e serviva perché c’era un contesto dove la satira veniva capita e quel contesto era la consapevolezza di come stavano le cose, era la lotta dei sindacati, il pluralismo dell’informazione, i finanziamenti alla politica, all’arte ai giornali, che consentivano anche a chi non aveva mezzi di candidarsi, scrivere, portare avanti le ragioni di chi non aveva mezzi, ragioni che venivano esposte al cinema, in tv, alla radio, sui giornali, nelle fabbriche, nelle piazze, nei campi e perfino nelle parrocchie. Ragioni che oggi continuano ad avere ragione ma non hanno più dove dirlo. Oggi fare battute satiriche che non siano anch’esse razziste, maschiliste e classiste è sparare a salve. È un piccolo conforto, un modo per tenerci stretti. È stato bello, però.
