SENTI CHI PARLA. BRIATORE CONTRO FERRAGNI: MANAGER CONTRO INFLUENCER

SENTI CHI PARLA. BRIATORE CONTRO FERRAGNI: MANAGER CONTRO INFLUENCER

In un mondo sempre piu’ globalizzato anche le tipologie lavorative mutano, si adeguano ai tempi. Cosi’, accanto alla flessibilita’, alla precarieta’, alla ” schiavitu’”piu’ o meno legalizzata, appaiono figure lavorative nuove, in cui associare il termine fatica a quello di lavoro appare estremamente fantasioso. Quello attuale e’ un mondo in cui ” apparire” e’ l’infinito divenuto imperativo, cosi’ anche il lavoro e, conseguentemente, le sue forme di pubblicita’, soprattutto in ambito commerciale, sono espressione chiara ed inequivocabile del verbo del secolo. Un ruolo preponderante e’ stato assunto dal marketing di influenza che e’ un tipo di attivita’ in cui sono le persone influenti( influencer) ad essere punto di riferimento per l’azione commerciale. “Il primo approccio alla teoria viene da un classico della comunicazione, come The People’s Choice di Lazarsfeld e Katz, uno studio del 1940 sulla comunicazione politica che è anche conosciuto come Multistep flow model, in cui si afferma che la maggior parte delle persone sono influenzate da dicerie e opinion leader.”(cfr. Wikipedia). Accade cosi’ che un influencer, la celebre Chiara Ferragni, organizzi una ” masterclass di make up”. “Una masterclass è una lezione impartita da un esperto, rivolta a studenti di una particolare disciplina. Le master class vengono generalmente tenute da professionisti di alto livello, come musicisti, cantanti, danzatori, fotografi e pittori, in un ambito in cui le tecniche vengono trasmesse personalmente da un individuo ad un altro.”(cfr Wikipedia). La partecipazione alla masterclass costa 650 euro. Moltissimi giovani hanno aderito alla chiamata, pur di partecipare e magari avere un attimo di notorieta’, facendosi fotografare con la notissima influencer. Intervistato a Non e’ l’Arena da Massimo Giletti, Flavio Briatore afferma:” Voglio capire chi dà 600 euro a ‘sti deficienti . … I social media ti distolgono dal lavoro di tutti i giorni. Tutti sognano di diventare milionari senza fare un ca**o. Io vorrei vedere un imbianchino, un ragazzo che è riuscito a fare impresa”( cfr corriere. it) Il manager si scaglia contro tutti quelli che vanno a farsi un selfie con la Ferragni, criticando aspramente i genitori che hanno accompagnato i figli mettendo loro in tasca il denaro necessario richiesto per la ” masterclass”. “Tutti sognano di diventare milionari senza lavorare. A mio figlio darei due calci nel sedere”, ha ammesso Briatore. (cfr.gds. it) Nell’immaginario collettivo la ricchezza smodata non viene associata al concetto di ” lavoro”. Ovviamente chi la persegue sogna di fare una vita super agiata, di non avere la schiena piegata, i calli sopra le mani e i conti da far quadrare alla fine del mese. Briatore pone l’accento sugli strani valori di un’epoca, evidenzia la mancanza di una equilibrata visione del mondo da parte di adulti che non attenuano questa voglia di ” apparire dei figli” a qualsiasi costo. Tuttavia occorre osservare che anche lui e’ stato un figlio dei suoi tempi, ha seguito scie in cui il danaro era l’obiettivo principale e il fine ultimo. Il suo mondo e’ lo stesso di quello della Ferragni. Ha fatto dell’immagine uno stile di vita e del lusso la coreografia della sua esistenza. Il Billionaire ,il Twiga, il Lion in The Sun sono il palcoscenico di una vita vissuta sempre sotto i riflettori. Ha vestito i panni del “boss” nella versione italiana del programma televisivo The Apprentice avente per protagonisti aspiranti manager. Panariello con Naomo e Crozza con il suo travestimento da Briatore, hanno giocato ironicamente con la sua figura. Una vita al top, perennemente sotto I riflettori, dove la privacy ha ceduto alla notorieta’, quindi, come quella della influencer E’ una strana epoca quella in cui nella Repubblica fondata sul lavoro, questo latita. E’una strana epoca quella in cui Influencer rappresentano una realta’ di brillii che stride con i sacrifici quotidiani di giovani in cerca di futuro, di ragazzi a trecento euro al mese per dieci ore nei call center , quella in cui chi si erge a giudice spesso dimentica di essere stato anche imputato.