UN RAGAZZINO ENTRA IN LIBRERIA CON LA FAMIGLIA PER LEGGERE

UN RAGAZZINO ENTRA IN LIBRERIA CON LA FAMIGLIA PER LEGGERE

Un ragazzino entra in libreria, avrà undici o dodici anni.Dice: Buongiorno.Per me è così raro che smetto il libro che sto sfogliando, sono attratto – uno chesaluta, ragazzino o no, quando entra in un negozio, questo intendo.Chiede: Ha i libri di Grisham?Il libraio glieli indica.Il ragazzo ne prende uno e domanda: Potrei sfogliarlo?Potrei, non: «Posso».Intanto entra la mamma, che gli dice qualche cosa con fare gentile, con l’abituale preoccupazione mammesca. Qualche secondo ed entra il padre, con una furia che invece è maschile e soprattutto antipaticamente – e, lì e in quel momento, inutilmente – autoritaria. Il padre mi dà l’idea di essere uno che tiene a specificare chi comanda, in pochi secondi già l’ho messo tra i cattivi.Tifo il ragazzo: ho un libro in mano, ho smesso di sfogliarlo, se tutto è una storia questa è quella di un ragazzino incredibilmente educato – ma non affettato – che sta guardando un libro di Grisham, di una mamma mammosa e di un padre affettacoglioni, un rappresentante del dannoso sistema patriarcale che preme perché il figlio vada a casa. La moglie, inserita nel modello «succube», è uscita e rimane il ragazzino a tener testa – perché un conflitto c’è, è evidente – al padre che ha fretta.– Dai, andiamo, su.– Ma stavo leggendo…– Che c’è da leggere?– La trama.Dunque sì, il padre non gli farà prendere il libro, per l’imprescindibile questione, ore 11.35, di cui la famiglia si deve occupare, a casa o altrove, c’è insomma un’ingiustizia galattica, un ragazzino che ha interesse a leggere, entra in libreria, prende un libro, temporeggia, e il padre che schiavizza la moglie, figuriamoci il bambino, un padre che è forza del male e interviene per allontanare dalla libreria il fanciullo rovinandogli così l’affaccio al mondo dei libri e…e invece.– Eddai, su, prendilo.– Cosa?– Il libro, prendilo. Che stai a leggere adesso, lo leggi poi.– E se poi non mi piace?– Pazienza. Dai, prendilo.– Posso?– Certo. Dai a me.L’uomo si avvicina alla cassa, paga, si gira e dà il libro al figlio, accompagnandolo con una carezza sui capelli che è un mezzo buffetto.E così non ci avevo capito niente – o è stata la trasmutazione effettiva del cattivo in buono, con finale da vittora del bene, in un minuto e quarantacinque secondi.