ALTRO CHE SBLOCCA-CANTIERI: A SAVONA L’ULTIMO CANTIERE E’ A RISCHIO

ALTRO CHE SBLOCCA-CANTIERI: A SAVONA L’ULTIMO CANTIERE E’ A RISCHIO

A Savona, nel cantiere che nel 75 costruì lo yacht di Khashoggi (il “Mohammedia”, secondo il Lloyd’s register, una delle barche più belle mai costruite), la temperatura emotiva dei dipendenti ricorda quella della corazzata Potemkin. “Io lavoravo qui già a 18 anni e l’ho vissuta tutta questa storia – dice amaroGianni Rocca– negli anni 60, quando la collina è franata sull’area in cui si varano le barche, abbiamo passato 25 giorni a togliere le pietre, lavorando gratis, perché se no il lavoro si bloccava. Oggi, in provincia diSavona, è rimasto solo un cantiere dei sei precedenti! Voglio sapere dalla politica cosa pensa di fare della cantieristica inItalia! Cosa facciamo? Ci diamo tutti all’artigianato?”. Dopo il fallimento diMondomarine, il cantiere aveva ricominciato a lavorare quando l’Autorità Portuale, il 15 novembre 2018, aveva assegnato la concessione del bacino aPalumbo Superyachts, un colosso del settore che annovera altri otto cantieri adAncona,Napoli,Messina,Malta,Marsiglia,TenerifeeRijeka. La nuova gestione stava mantenendo le promesse fatte ai dipendenti: ne ha riassunti 37 su 51 e con l’indotto oggi dà lavoro a 108 persone. Dopo mesi di apnea incassa integrazione, trapani e smerigli avevano ricominciato a ronzare non solo per ilrefitting(la manutenzione delle barche) ma anche per un nuovo yacht da 43 metri, quando è arrivata come una frana la doppia sentenza del Tar (provinciale e regionale) che contesta l’assegnazione dellaconcessionee dà ragione a due aziende concorrenti: Monaco Marine e Rodriguez Yacht. Semplificando, i giudici ritengono che l’Autorità Portuale abbia avuto troppa “fretta” di privilegiare, nell’assegnazione della concessione, lacontinuità del lavorogarantita da Palumbo, mentre avrebbe potuto affidare gli operai agli ammortizzatori sociali, dopo unlicenziamentocollettivo, per decidere con tutta calma quale delle tre offerte fosse la migliore. “ Ma scherziamo? – diceFranco Cifarelli, ingegnere e responsabile della sicurezza – si stoppa il lavoro per scaricare i dipendenti sulla zattera degli ammortizzatori sociali?”. Se l’Autorità Portuale savonese si presentasse un giorno al Dio dell’Urbanistica dovrebbe espiare tre peccati mortali: 1.il “Crescent”, l’ecomostrodi otto piani che incombe sulla Darsena;2.la nuova sede dell’Autorità medesima: un cubo così brutto che ha preferitosuicidarsibruciando in poche ore;3.la tentatacementificazionedell’ultima spiaggia libera di Savona, laMargonara, oggi abbandonata in condizioni pietose, ma almeno nella vicenda del cantiere, i bucanieri dell’Ente Porto hanno cercato in tutti i modi ditutelare i lavoratori, affidando la concessione a chi dava garanzie immediate in termini occupazionali. “Lavoriamo col terrore – dicePaolo Piscopo– da quando abbiamo iniziato la cassa integrazione, è passato più di un anno e mezzo e ora temiamo che ai primi di luglio saremo di nuovo tutti fuori“. In una provincia che, insieme aImperia, è diventata la più depressa del Nord, l’eutanasia burocratica di un cantiere-eccellenza evoca altriparadossi. Quando Savona è stata definita “Area di crisi complessa” vennero stanziati per risollevarla 40 milioni di incentivi pubblici. Bene: la procedura diaccesso ai creditiè così bizantina che ha fatto fuggire cento aziende e, tre anni dopo, solo una ha potuto accedere aifinanziamenti. “Altro cheSbloccacantieri– sbotta Valente – qui va in onda il Bloccacantieri: unassurdoperché la richiesta del mercato è fortissima e gli italiani, in questo settore, sono imbattibili. Io ho scritto aLuigi Di Maio. Non mi ha mai risposto !”.