“TUTTI UNITI, TUTTI FRATELLI…” MA LA MULTA RESTA ANCHE SE PICCOLINA

“TUTTI UNITI, TUTTI FRATELLI…” MA LA MULTA RESTA ANCHE SE PICCOLINA

In una strada in cui i Tir vengono ripetitivamente fermati da mucche pezzate, oche, capre, galline e grossi porci neri, una macchina della stradale mi insegue, Ueeee…. Ueeee…., con la sirena che sveglia tutti i pargoli di cornacchia annidati nella gola del rio Urzkola, fra Kutaisi e Gori, patria di Stalin. Ueeee….. Ueeeee…. mi raggiunge e una mano palettata mi ingiunge una sosta laterale da fare con urgenza mediata dalla necessità di evitare le cacche di bovino. E un poliziotto restituito alla sua completa altezza, non eccessiva in rapporto con la pancia, dallo sportello aperto con veemenza mi fa capire rapido che sono passibile di multa per superamento della mezzeria. Io scelgo la via della pietà al quarto punto della scala vergogna, cioè su dieci non proprio un calo di braghe (decima tacca appunto) ma un dignitoso piagnucolio smorfioso, dito ai capelli bianchi, mano al cuore, sopracciglia attegolate. E lui, il policeman georgiano, cede, cede, siamo tutti una faccia e una razza, cioè non tutti ma noi, gli italiani e gli spagnoli, e mettiamoci anche i greci va’, tutti uniti, tutti fratelli, dice, intrecciando le dita delle mani paffutelle. Poi dice che lui è di Kutaisi e mi fa vedere pure una tesserina sua che non ho capito cosa è, per poi dirmi che tre chilometri più avanti c’è una fonte di acqua minerale freschissima. E vabbè, allora posso andare? Eh no, c’è la multa, ma piccola piccola, minimo dice: 50 lari. E mannaggia….ma non eravamo ormai fratelli? Niente da fare. Tiro fuori i 50 lari ma lui alza le mani, no, non li vuole. “Bank, bank…”. Mi dà uno scontrino e ripete “Bank”. Lui è un poliziotto onesto. Ciao fratello