DAGHESTAN: VOI CHIAMATELO RUSSIA, MA QUESTO È ORIENTE

DAGHESTAN: VOI CHIAMATELO RUSSIA, MA QUESTO È ORIENTE

Questo è Oriente. Voi chiamatelo Russia quanto vi pare ma è oriente puro. Assomiglia più all’Iran che ad altrove. Magari un Iran periferico, polveroso, umile, ma Iran. D’altra parte ci troviamo quasi sul Caspio, nel Daghestan, nella città che ne è capoluogo ma che ora non so dirvi. Grozny la abbiamo sorpassata d’infilata, su belle strade nuove, spesso filtrate da posti di blocco militari. Mentre scrivo, ora, su un albero dietro me si è messa a cantare una cicala. Una cicala russa. È stata una tappa leggera quella di oggi, dopo quella pesante di ieri e prima di quella pesantissima che sarà domani fino ad Astrakan. Ne abbiamo approfittato per un giro nel bazar. Credo che non avessero mai visto un turista. Una serie infinita di rivendite di ciliegie, polli, uova, albicocche, foulard, scarpe, scope, pesci essiccati, veli, cappelli di pelliccia…. E tutti a sorridere nel vederci così diversi, così turisti.La moto sta bene, non ha consumato un goccio di olio. Non mi piace sentirmi sotto le Haidenau Scout, avrei preferito le Metzler o le Anakee. Ma forse mi faranno ricredere nel deserto.