CHI È QUEL GIOVINETTO NUDO CHE SCAPPA?

Chi, tra giugno e settembre del 2009, in occasione dell’apertura de Le Gallerie Dei Gerosolimitani andò a visitare la mostra “Parlare con Dio” ebbe l’occasione non solo di conoscere un appassionato d’arte gentile e garbato come il compianto Rob Smeets, ma guardando le opere esposte di porsi domande e incuriosirsi a percorsi artistici singolari e sconosciuti. Tra le opere che più intrigavano c’era “La fuga del giovane nudo durante la cattura di Cristo” ora in deposito temporaneo alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Guardandola non potevi non chiederti “ma chi è questo giovane nudo, perché scappa, perché non ho mai visto dipinto quest’episodio della vita di Gesù in altri quadri? E chi è Giusto Fiammingo?“. L’episodio di un giovane nudo nei Vangeli è riportato solo da Marco che scrivendo dei fatti che portarono all’arresto di Gesù ricorda il tentativo d’arrestare un giovinetto che lo seguiva “rivestito soltanto di un lenzuolo” e che “egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo”. Ed è quello che si vede in quest’opera caraveggesca nella quale, proveniente da un lume dentro una specie di lanterna portatile, la luce colpisce il lenzuolo bianco e mostra i volti increduli degli sbirri già consapevoli che tra le mani si ritroveranno nient’altro che un lenzuolo. E Giusto Fiammingo? Dev’essere stato una personalità particolare altrimenti non avrebbe cercato temi singolari da dipingere come la fuga del giovine nudo, cui fu congeniale il clima culturale di Palazzo Giustiniani dove si formò dando della lezione di Caravaggio un’addolcita e sentimentale interpretazione dimostrata anche in questa fallita cattura. E artista di valore se un gigante della storia dell’arte come Roberto Longhi e un fuoriclasse come Federico Zeri si occuparono dei suoi lavori.