GRAVE GIGI SIMONI, IL MISTER GENTILUOMO DELL’INTER DI RONALDO

GRAVE GIGI SIMONI, IL MISTER GENTILUOMO DELL’INTER DI RONALDO

Povero Gigi Simoni che, dopo la spallata di Mark Juliano a Ronaldo, balzò letteralmente in campo a Torino, quel benedetto pomeriggio, ma proprio in mezzo al campo, non è un modo dire, e proprio lui che passava per un uomo mite e pacato. Il mister gentiluomo. E quando uscì espulso applaudì a mani alte la tribuna d’onore con negli occhi una luce ironica e amara. Povero Gigi, allora era un’altra Juve e la tua era un’altra Inter, quella del Fenomeno e di Taribo, del Cholo e di Moriero che faceva lo sciuscià, del bel Galante e di Zé Elias, che quel giorno a Torino venne espulso insieme a te. Campionissimi e brocchi con cui, magari, oltre a una Coppa Uefa, avesti anche vinto uno scudetto, non ci fosse stato Moggi e Ceccarini non avesse fatto spallucce alla famigerata spallata. Machissenefrega di tutto, adesso che sei grave a 80 anni in un letto di ospedale, a Pisa, chissenefrega del calcio di cui fosti uno degli ultimi gran signori e sempre un passo indietro ai tuoi meriti e ai tuoi sacrifici – facesti un anno in panchina con una ben altra morte nel cuore, al Piacenza, e nessuno ti disse neppure grazie. Chissenefrega di tutto, Gigi, ma sappi che la gente ti ha sempre voluto bene dovunque tu sia andato e che quella immagine inconsueta di omino incazzato che applaude è quella che in tanti portiamo davvero nel cuore, è un’immagine che ci fa sorridere un attimo e ci fa venire voglia di darti un abbraccio.