BANGLADESH, COSA VEDERE NEL PAESE DELLA TIGRE

BANGLADESH, COSA VEDERE NEL PAESE DELLA TIGRE

Funestato da eventi più o meno tragici, ilBangladeshdifficilmente entra nella lista dei desideri dei viaggiatori occidentali. Eppure, i moderni esploratori potrebbero trovare in questo Paese affacciato sul Golfo del Bengalafascino e cultura. Offre infatti antichi siti archeologici, la spiaggia più lunga del mondo e la foresta di mangrovie più grande, le decadenti tenute dei maharaja, un territorio rurale rilassante, spazioso e accogliente. Ancora poco battuto dal turismo,è la meta perfetta per chi viaggia con spirito indipendente e avventuroso. Lacapitale del Bangladesh, per la ricchezza di corsi d’acqua, è spesso paragonata a Venezia e ancora oggi il trasporto fluviale è molto utilizzato per evitare il caotico traffico e per raggiungere le vicine città. Ma si è anche conquistata l’epiteto di “città delle moschee”, per la grande presenza di edifici religiosi islamici. Nonostante sia una città moderna e molto trafficata, Dacca conserva il suo cuore storico e i deliziosi spazi verdi. Divisa idealmente in quattro sezioni, è la Città Vecchia che merita di essere visitata, dove restano le testimonianze della sua epoca d’oro sotto la dinastia Moghul. Non mancano musei, gallerie d’arte e palazzi coloniali. Dacca è sì caotica, ma conserva quel fascino che solo le città asiatiche hanno e che si può toccare con mano soprattutto nei variopinti mercati. Muoversi non sarà un problema: con l’efficiente rete di bus, treni e risciò tutto è a portata di visita. Si trova in una piccola città abbandonata non lontana da Dacca. È una delle moschee più antiche del Bangladesh ed è protetta dai terreni intorno Painam Nagar; in zona si possono vedere anche i resti di alcune dimore appartenute a ricche famiglie indù. La parte meridionale del Bangladesh è ricca di fiumi e, per questo, il posto migliore per vedere i mercati galleggianti. Quello diBanariparaè il punto di riferimento per gli abitanti della zona e ci si trova per lo più riso, ma è un’affascinante escursione daBarisalper chi desidera entrare in contatto con la gente. Ilgiorno più movimentato è il sabatoquando centinaia di barche affollano i canali trasformandoli in una tela animata. Per un mercato più colorato, c’è quello di Bansal specializzato in frutta e verdura. Le foreste del Bangladesh non offrono rifugio solo alletigri, ma anche aglielefanti, per quanto non ne restino molti. Uno dei punti di avvistamento migliori è la riserva faunistica Teknaf Wildlife Sanctuary: ancora poco conosciuta, si estende fino all’estrema punta meridionale del Bangladesh. Anche se le speranze di avvistare i grandi mammiferi sono poche (meglio comunque andare verso sera), l’escursione lungo i sentieri è molto suggestiva. Il percorso è ben segnalato e può capitare di incontrare qualche abitante dei villaggi in cerca di legna. Dedicato a Krishna, è uno dei pochi templi di terracotta settecenteschi del Bangladesh rimasti per buona parte integri. È immerso in un paesaggio un po’ surreale, fatto di spazi aperti e venti costanti, vicino alla città settentrionale di Kantanagar, nei pressi di Dinajpur. I pannelli di terracotta che ne decorano l’esterno sono molto elaborati e ricchi di particolari; il periodo perfetto per visitarlo è in coincidenza con la festa indù di Maha Raas Leela, che cade tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, In questa occasione si può partecipare anche alla vivace fiera che viene allestita intorno al tempio. Era la metà del XIX secolo quando i latifondisti inglesi introdussero la coltivazione del tè in Bangladesh. Il mercato si sviluppò rapidamente, grazie al clima ideale, e la sua esportazione diventò presto uno dei maggiori business del Paese. Le piantagioni maggiori si trovano sulle colline a nord-ovest della regione di Srimangal, a poca distanza dall’India. Ancora oggi si svolge la raccolta a mano da marzo fino a metà dicembre per opera delle donne. Ma cos’è il tè arcobaleno? Romesh Ram Gour, un alchimista bengalese, è l’unico a essere in grado di prepararlo secondo ricetta originale e segretissima. In generale,questo tipo di tè è preparato a strati con colori e consistenze diverse, che dipendono dal tipo di foglie utilizzate per l’infuso. L’ideatore di questa bevanda riesce a produrre fino a 10 strati differenti di cui il quarto è una miscela di tè nero e latte condensato e l’ultima si compone di tè verde e cannella. Il recipiente in cui è contenuto, infine, deve essere rivestito di polvere di cannella. La maggior parte del cibo in Bangladesh è ancora fedele alle tradizioni originarie. Nelle grandi città come Dacca si trovano spesso alcune modifiche che vanno incontro ai gusti stranieri,   ma in generale i piatti si rifanno alle antiche ricette. I Bengalesi amano ilpesce, cotto con curry o altre spezie, ma l’alimento che non può mai mancare in tavola è ilrisodella varietà basmati: alcuni pietanze tipiche sono il biryani, il pulao e il khichuri, riso e lenticchie. Si possono trovare alcuni piatti vegetariani (bhaji) composti da verdure fritte. Il riso non manca nemmeno nei dolci, spesso ricchi di zucchero e latte. Un dolce bengalese tradizionale è il popolareChomchom, può essere di diversi colori – rosa o giallo chiaro e bianco – ed è ricoperto di fiocchi di cocco o di mawa, un formaggio tipico delsubcontinente indiano.