IL M5S HA ROTTAMATO I RENZIANI

Le jeux sont faits,rien ne va plus.Tutto è ormai nero su bianco e l’Italia, oggi, si sveglia “rivoluzionata” da una tornata elettorale che parla, a chiare lettere, di un cambiamento radicale di fronti politici, di un PD ormai ai limiti della sopravvivenza e di un leader in fase politica terminale.Si è parlato tanto di catastrofe post-renziana ma oggi vedo solo sorrisi in giro.Qualcuno piange un pò ma in linea di massima, la tanto annunciata (o meglio, minacciata) catastrofe, non la vedo.Il sole splende, i mari sono azzurri, la gente è al lavoro, la casalinga a far la spesa ete etc.Insomma, giusta o meno, adesso abbiamo la certezza che c’è sempre un’alternativa.Ma allora mi chiedo, possibile che il m5s abbia raggruppato a sè così tanti consensi senza batter ciglio?Inesperti, usciti allo scoperto da poco dal guscio del web, pasticcioni, impreparati ed improvvisati ma alla fine, l’elettore ha decretato che fosse il m5s il vero rottamatore.Lo spartiacque tra il vecchio sistema politico, portato avanti con dovizia da Renzi, ed il cambiamento che potrebbe precedere la vera rivolta di popolo.La tendenza antigovernativa, è limpida come acqua di fonte.Il PD di Renzi perde le città più importanti a cui andava invece dedicata estrema serietà e ponderatezza.Giachetti, lo sostengo dal primo giorno, non è stato candidato per vincere.Hanno sacrificato uno degli anelli più deboli della catena E da oggi, si può definire “rottamato”.Renzi ha sempre sostenuto che il voto di ieri riguardava le città e non il partito. Aveva ragione. Se c’è infatti un leader che oggi dovrebbe dare le dimissioni, non è il Presidente del Consiglio ma il segretario del Nazareno che, se fosse veramente attento all’andamento del Paese, oggi dovrebbe porsi qualche domanda anche nel ruolo di Presidente del Consiglio e suo operato.Non se ne parla invece. Renzi ha già messo nero su bianco: “Non mi dimetto, sia chiaro. Nè da Palazzo Chigi nè da segretario del Pd. La minoranza chiede il congresso? Si accomodino. Tanto ci vuole un po’ di tempo e non si può fare prima del 2 ottobre”.E che succede il 2 ottobre?Siamo alle porte del referendum “finale” di questa triste storia.Si dimena, Renzi, tra parole onestamente insensate dette oggi ai cronisti di varie testate giornalistiche.Risalta ad esempio la versione, non attendibile visti i fatti, che vedrebbe “vincere i volti giovani”.Non è stato un concorso di bellezza o di junior master mayor, ma la scelta di un sindaco per la propria città.Se poi vogliamo essere puntigliosi, diciamo che De Luca, presidente della regione Campania, non è proprio di primo pelo.Una velata colpa a Fassino, sindaco uscente di Torino: “Potevamo non candidarlo?” dice Renzi quasi come se fosse stato un atto di pietà quello di lasciare che Fassino si riproponesse. “La verità è che i giovani hanno risultati migliori” prosegue Renzi al quale ricordo che lui ha 40 anni circa e non mi sembra che nè come sindaco di Firenze nè come segretario del PD nè come Presidente del Consiglio, stia ottenendo i risultati migliori quando per andare avanti ha necessitato di “volti meno giovani” come Berlusconi o Verdini.De Mita in Campania con De Luca, ed ancora Mastella, neo sindaco di Benevento, al quale dedicherò un pezzo a parte considerando il “ritorno” della seconda Repubblica.Dicevo quindi che Fassino paga le spese di un volto non giovane quindi, ma Merola?I voti di Bologna e Torino sono quelli che dovrebbero preoccupare veramente il nostro giovin Presidente.Merola, il confermato sindaco di Bologna, ha rilasciato un’intervista al vetriolo nei confronti di Renzi chiedendo che si riveda tutta la struttura del partito ormai alla deriva.Merola e Fassino sono stati sindaci apprezzati. lontani da chiacchiere, indagini ed errori madornali.Eppure uno, Merola, ha dovuto sudare per una manciata di voti in più mentre l’altro, Fassino, è riuscito a perdere gli oltre 10 punti di vantaggio del primo turno ed a farsi staccare nettamente.Ciò significa che il centro destra non ha avuto remore a votare il m5s nei ballottaggi. E non solo il centro destra perchè sono certa che anche parte dell’elettorato del PD, quello che non è rimasto a guardare la tv a casa, ha votato per mandare un netto segnale a Renzi.Un centro destra che stava per mandare a casa Sala, l’uomo expo, che strappa la vittoria per il rotto della cuffia e per proseguire l’operazione “expo” nell’industriale e ricca Milano.Quando si personalizza lo scontro come ha fatto Renzi (e continua a fare), la conseguenza è che si compatta l’avversario proveniente da ogni compagine, nonchè da casa propria, e si avvera una disfatta “personale”Per non parlare poi Trieste, capoluogo di una regione governata da una renzianissima Serracchiani ancora fresca di “ho vinto nonostante il PD” .Trieste torna quindi al centro destra.Un altro flop inquietante per Renzi, avviene alle porte di casa sua, a Sesto Fiorentino dove il segretario/premier in persona, era andato per sostenere la candidatura di Lorenzo Zambini il candidato dem per la poltrona di sindaco.A Sesto Fiorentino stravince Lorenzo Flachi, sostenuto in modo compatto dalle liste Per Sesto e Sinistra Italiana sulla scia del sistema Bersani che non ha mai tradito.La vera novità di queste elezioni, il vero pericolo per Renzi, che oggi in parecchi stanno sottovalutando, corre proprio attraverso il filo di Sesto Fiorentino dove a vincere non è stata nè una coalizione moderata, nè il Movimento Cinque Stelle.Questa volta la sconfitta è maturata tra le mure amiche di sinistra, dimostrando che a sinistra del PD c’è già una struttura appena nata e ben solida seppur in fase di crescita.Per finire, possiamo dire che in un certo qual modo sono caduti i pregiudizi verso i grillini che attraversano il confine dell’antipolitica raccogliendo la protesta dell’elettore italiano.Nella stessa direzione è andata anche Napoli, con la conferma di fiducia ad un uomo “senza partito”, De Magistris.Al punto in cui siamo, temo che sarà difficile poter fare un’equazione tra “protesta ed antisistema” dove, in quest’ultimo concetto, inserisco anche Salvini e la Lega che ha lasciato Milano nelle mani di Forza Italia e che a Bologna non è riuscita a convincere la popolazione.A riprova di ciò, è clamorosa la debacle leghista “in casa” Bossi-Maroni, ovvero Varese, che volta le spalle alla demagogia spicciola ed ai populismi ormai stancanti.Per dirla alla Salvini che rimarca la disfatta di Caporetto del PD come esempio di quanto Renzi non sia più creduto dagli italiani, direi che visti i risultati, anche Salvini non può certo ritenersi credibile.Ribadisco che Renzi, non ha più benzina checché voglia far credere.La macchina del PD si sta fermando pian piano e credo che il panettone, quest’anno, lo mangerà a casa.In calce, un promemoria della debacle annunciata e sottovalutata: Toscana il Pd ha perso in 5 Comuni su 6Emilia-Tomagna il Pd ha perso in 4 Comuni su 7Piemonte il Pd ha perso in 8 Comuni su 8Veneto il Pd ha perso in 3 Comuni su 3Sardegna il Pd ha perso in 3 Comuni su 3Liguria il Pd ha perso nell’unico Comune in cui si è votatoMarche il Pd ha perso nell’unico Comune in cui si è presentato al votoLazio il Pd ha perso in 7 Comuni su 9Friuli il Pd ha perso in 3 Comuni su 4Puglia il Pd ha perso in 6 Comuni su 10Lombardia il PD ha perso in 10 comuni su 16Sicilia..praticamente sparito il PD