LA VERITÀ È CHE SONO SOLO

LA VERITÀ È CHE SONO SOLO

E oggi. Chissà che faccia avrà, la giornata di oggi. Ci sarà qualcuno, per non pensare di avere vissuto ancora un giorno inutilmente? La verità è che sono solo. Non da oggi. Non da ieri. Forse da sempre, da quando giocavo da solo inventandomi un sacco di giochi, da quando leggevo le 64 Meravigliose figurine per le vostre Ricerche, da quando leggevo compulsivamente giornalini, uno dopo l’altro, e non avevo neanche otto anni, o come quando imparavo a memoria tutte le date di nascita dei calciatori sul retro delle figurine Panini. Ho immaginato mondi, come tutti del resto, come tutti i registi che non fanno altro che giocare, continuamente, immaginare possibilità alternative della vita, immaginare sliding doors dell’esistenza, come noi immaginiamo il futuro delle nostre storie d’amore. Anche noi scriviamo film, ogni giorno, e poi la realtà butta per aria il copione, e la storia prende sempre un’altra piega. Stanotte ho sognato una gatta bianca che vedeva arrivare dall’alto della stanza un gattino. Bianco come lei. Suo figlio, o sua figlia. Una gatta bianca nel mio letto. E sentivo che quello che stava accadendo, in quel momento, era una cosa giusta.