ORE 9,37: IL PONTE MORANDI NON C’E’ PIÙ. RESTANO IL DOLORE E UN’INFINITA’ DI DOMANDE

ORE 9,37: IL PONTE MORANDI NON C’E’ PIÙ. RESTANO IL DOLORE E UN’INFINITA’ DI DOMANDE

C’era una volta il ponte o viadotto Polcevera, meglio noto come ponte Morandi, dal nome dell’ingegnere che lo progettò.Per oltre 60 anni è stato il simbolo di Genovae nodo strategico per il collegamento  fra il nord-Italia e il sud della Francia. Quasi un anno fa,esattamente il 14 agosto del 2018, come un fulmine a ciel sereno,il crollo parziale della struttura. Una tragedia immane:43 morti e quasi 600 sfollati. Una ferita profonda non solo per Genova ma per l’Italia tutta.Le immagini fecero il giro del mondo. Quel camion che si arrestò un secondo prima di precipitare nel vuoto divenne il simbolo della tragedia tra il prima e il dopo. Sessanta anni di storia e di storie.Sessanta anni di viaggi di piacere e di lavoro. Sessanta anni di unione, di incontri di vita di milioni di italiani.Poi il crollo, il dolore, la morte. La ricerca delle responsabilità, le accuse a chi doveva e non ha fatto i necessari controlli,gli scaricabarilecome sempre avviene dinanzi alle tragedie.Le promesse della politica di ricostruirequanto e meglio di prima.La determinazione dei genovesi di di voltare pagina e guardare al futuro. Un nuovo progetto dell’archistar Piano, i fondi per la ricostruzione. E nello sfondo la magistratura per appurare responsabilità e responsabili. Una lunga storia che farà parlare ancora molto a lungo. Oggi, alle 9,37 la totale demolizione di quel che ne restava. In soli sei secondi l’implosione di sessanta anni di storia, ridotti a ventimila metri cubi di detriti.Centinaia i genovesi appostati fin dal mattino per dare l’ultimo addioa quel simbolo che ora non c’è più.Da adesso comincia il futuro